Regge in appello la confisca del patrimonio di Lorenzo Altadonna anche se assolto dal “Processo Occidente”

Nonostante in secondo grado sia stato definitivamente assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, la confisca dei suoi beni, per i Magistrati della sezione Misure di Prevenzione della Corte d’Appello, continua a reggere. Stiamo parlando dell’imprenditore carinese Lorenzo Altadonna, finito in manette nel 2007 nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Occidente, poi scarcerato, e condannato in primo grado a 12 anni di reclusione ed infine assolto in appello. Gli saranno restituiti solo due magazzini e una ditta individuale. Il resto del patrimonio, ritenuto riconducibile al boss originario di Torretta Vincenzo Pipitone, passa tutto allo Stato, così come si evince da un decreto del tribunale depositato nel 2013 e adesso confermato. Si tratta di beni, tra terreni e immobili presenti nei territori di Carini, Terrasini, Torretta, Valderice e Campobello di Mazara, nonché società, conti correnti e auto di lusso per un valore stimato di circa 160 milioni di euro. Il decreto di appello ribadisce la sostanziale irrilevanza della sentenza di assoluzione di Lorenzo Altadonna, rispetto all’aggressione eseguita nei confronti del suo patrimonio, frutto di una indagine della Guardia di finanza che scavò a fondo nella sua fortuna imprenditoriale. I giudici della Corte d’appello della sezione Misure di Prevenzione, nel provvedimento, scrivono che seppur in carenza di prove certe in merito alla commissione di specifici fatti di reato, emerge una rete di illecite contiguità con cui il costruttore era attivamente inserito. I magistrati si riferiscono a Vincenzo Pipitone che, nel processo Occidente, è stato condannato perché considerato il reggente della cosca di Carini, ma anche ad altri suoi familiari quali la moglie Giovanna Seminatore, Gianvincenzo, Antonino e Salvatore Pipitone e Pierina Fiorello. In parte, per quest’ultima, il ricorso è stato accolto, così come per Antonino Pipitone, Annita Cataldo, Saverio e Daniela Privitera, a cui sono stati restituiti la Oirevas Costruzioni edili di Carini, due magazzini di via Mattarella e un terreno di contrada Piraineto.

Rimani aggiornato con le notizie di Carini, iscriviti al nostro gruppo Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture