Confiscati beni a Vincenzo Pipitone e Lorenzo Altadonna, dissequestrati quelli di Antonino Privitera
Confiscato il patrimonio di Vincenzo Pipitone, originario di Torretta. I suoi guai giudiziari iniziarono nel 1985, quando fu sottoposto alla sorveglianza speciale perché considerato affiliato alla famiglia mafiosa di Carini. Nel giugno del 2006 finì in carcere perché dello stesso clan, secondo l’accusa, era diventato il leader. Nel 2007, un nuovo arresto per estorsione e riciclaggio aggravato nell’ambito dell’operazione antimafia Occidente. La Corte d’appello presieduta da Antonio Caputo gli ha confiscato beni per un valore che supera i due milioni di euro. Ci sono anche terreni e ville fra Carini e Torretta. La scure delle Misure di prevenzione si abbatte pure su Lorenzo Altadonna. imprenditore carinese indagato nello stesso procedimento giudiziario per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Accuse che, però, non hanno retto al vaglio dei giudici. Altadonna è stato assolto con sentenza definitiva. Le ipotesi accusatorie, però, furono ritenute sufficienti per dichiararlo “socialmente pericoloso” e sottrargli terreni a Carini dove aveva in progetto una grossa lottizzazione. Per entrambi, sia Pipitone che Altadonna, inevitabile il ricorso in Cassazione delle difese. E’ andata meglio ad Antonino Privitera, ai figli Saverio e Daniela e alla moglie Annita Cataldo a cui sono state dissequestrate e restituite due imprese con relativi macchinari, uffici e terreni per un valore di centinaia di migliaia di euro. Antonino Privitera, era finito in carcere nella stessa operazione antimafia in cui rimasero coinvolti Altadonna e Pipitone nel 2007. Secondo gli investigatori, faceva parte della rete di insospettabili al servizio del clan Pipitone per conto del quale si sarebbe intestato dei beni. L’avvocato Giovanni Cascioferro riuscì a dimostrare la sua innocenza e venne assolto. Lo stesso legale ha sempre sostenuto che non c’era alcun rapporto illecito con la mafia dietro le aziende edili di famiglia: la Oirevas e la Priferco costruzioni di cui oggi Privitera la sua famiglia sono rientrati in possesso.