Voto di scambio, inizia il processo contro l’ex senatore Pd Papania
Ha preso il via ieri a Trapani, dinanzi al giudice monocratico, il processo per voto di scambio a carico dell’ex senatore del Pd Nino Papania ed altre sette imputati. Secondo l’accusa il reato sarebbe stato consumato nel corso delle ultime elezioni amministrative di Alcamo che hanno portato all’elezione del sindaco Sebastiano Bonventre, con una differenza di 39 voti dallo sfidante Nicolò Solina.
Quest’ultimo ha chiesto di costituirsi parte civile, come pure il gruppo politico a cui fa riferimento, Abc, il Comune di Alcamo e 82 cittadini. La Procura infatti nel chiedere e ottenere nel maggio scorso dal gup il rinvio a giudizio degli indagati, aveva individuato tra le parti lese, oltre Solina, anche tutti gli elettori iscritti nelle liste degli aventi diritto al voto del Comune di Alcamo, “tutti danneggiati” dall’esito del voto perché secondo il pm il risultato sarebbe stato stato inquinato. Alcuni consensi – secondo l’accusa – sarebbero stati acquistati al prezzo di 50 euro. Gli investigatori hanno intercettato alcune conversazioni, in cui non c’è la voce dell’ex senatore, ma di alcuni soggetti indagati che raccontano di un incontro con Papania che gli avrebbe detto di muoversi con cautela.
Alla costituzione di parte civile degli 82 elettori si è opposto il legale di fiducia dell’ex parlamentare, l’avvocato Vincenzo Catanzaro. Con Papania sono imputati Francesco Massimiliano Ciccia, Giuseppe e Leonardo De Blasi, Giuseppe Di Gaetano, Davide Piccichè, Giovanni Renda e Leonardo Vicari. La prossima udienza è fissata per il 27 ottobre.
Procedimento penale a parte, il riconteggio delle schede, effettuato dalla Prefettura nelle scorse settimane, a seguito di un ricorso di Solina, ha incrementato di una ventina di voti il distacco con il sindaco eletto e non avrebbe fatto emergere alcun elemento evidente di segni di riconoscimento sulle schede votate. Il Cga sul risultato delle elezioni si pronuncerà a dicembre.