Omicidio Conigliaro, marito accusa Antonino Caltagirone
di Leandro Salvia
Ad incastrare Antonino Caltagirone sono le dichiarazioni fornite da Salvatore Maniscalco, l’uomo accusato dell’omicidio della moglie ventisettenne Concetta Conigliaro.
E ieri al carcere dell’Ucciardone di Palermo, sarebbe giunta una lettera anonima con minacce di morte nei suoi confronti. Nelle scorse settimane Maniscalco, assistito dall’avvocato Salvatore Ferranti, ha fornito agli inquirenti ulteriori elementi su quanto avvenne quel 9 aprile: la moglie –secondo quanto riferito dal presunto uxoricida- sarebbe morta al culmine di un litigio avvenuto dentro l’abitazione di via Crispi, a San Giusepep Jato. Da qui in poi entrerebbe in scena il cugino Antonino Caltagirone.
Nella versione fornita dal presunto omicida, sarebbe stato infatti proprio Antonino ad eseguire le macabre operazioni di distruzione del corpo di Concetta, il cui cadavere sarebbe stato trasportato nelle campagne di contrada Giambascio e qui dato alle fiamme dentro un fusto metallico riempito di benzina.
Maniscalco sarebbe rimasto invece sul camion per non assistere all’impietoso rito.
Dichiarazioni considerate però “inattendibili” dall’avvocato Giuseppe Pinella che fa notare: “Maniscalco ha fornito finora almeno sette versioni diverse”. Caltagirone dal 6 ottobre scorso si trova in carcere con l’accusa di distruzione di cadavere. Nei giorni scorsi il tribunale del riesame, presieduto dal magistrato Giacomo Montalbano, ha rigettato la richiesta di scarcerazione per “gravi indizi di colpevolezza”.
Resta ai domiciliari invece, il settantaduenne Vincenzo Caltagirone, padre di Antonino, accusato di concorso in distruzione di cadavere. Le dichiarazioni di Maniscalco, invece, lo scagionerebbero. Ieri l’anziano è stato nuovamente colto da malore