Omicidio Concetta, resta in carcere Antonino Caltagirone
Il Tribunale del Riesame respinge la richiesta di scarcerazione di Antonino Caltagirone 32 anni, in carcere con l’accusa di aver partecipato alla distruzione del cadavere di Concetta Conigliaro, la giovane mamma di San Giuseppe Jato, scomparsa il 9 aprile scorso. Il 32enne è stato arrestato inseme al padre Vincenzo Caltagirone 72 anni, che si trova invece ai domiciliari. A carico del giovane sussisterebbero gravi indizi di colpevolezza, da qui la decisione del Riesame di rigettare l’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Pinella.
I Caltagirone sono parenti di Salvatore Maniscalco, il marito di Concetta Conigliaro, accusato di avere ucciso e distrutto il cadavere della moglie. Per gli inquirenti Antonino e Vincenzo Caltagirone avrebbero aiutato il marito della giovane nel delitto. Proprietari del magazzino di contrada Giambascio dove era nascosto il fusto dentro il quale sarebbe stato bruciato il corpo di Concetta, sarebbero stati incastrati da alcune testimonianze ed in particolare dalle intercettazioni.
I carabinieri della compagnia di Monreale, hanno estratto i tabulati dei due indagati che il 9 e 10 aprile avevano intrattenuto una miriade di contatti con Maniscalco. Contatti che il Gip Lorenzo Matassa aveva definito “stranamente numerosi rispetto alle abitudini degli interlocutori e possono ragionevolmente trovare una spiegazione nella richiesta di aiuto, e nella concreta organizzazione dello stesso, da parte del Maniscalco e rivolta ai Caltagirone per l’attività di distruzione e occultamento del cadavere”. Alcuni testimoni avrebbero dichiarato di aver visto i Caltagirone mentre aiutavano Maniscalco a sgomberare la casa di via Crispi, a San Giuseppe Jato. In particolare, avevano lanciato dal balcone di casa, privo di ringhiera, un fusto in ferro, caricato sul camion. Il mezzo sarebbe stato visto non lontano dal luogo dove Maniscalco ha indicato ai carabinieri di avere distrutto il cadavere.
Le intercettazioni avrebbero poi svelato i timori dei Caltagirone: il 9 luglio avrebbero concordato la versione da rendere ai carabinieri che li avevano convocati “Non ti impappinare, stai attento a quello che combini… i guai passiamo tutta la vita in galera ci buttano”. Ma secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Pinella, i suoi assistiti “non erano a conoscenza del contenuto del fusto”.
Intanto si attende ancora di conoscere gli esiti degli esami sui resti umani trovati nel contenitore, analisi non facili dato che i frammenti sono bruciati.
Salvatore Maniscalco
Antonino Caltagirone