“Grande Padrino”, inflitto mezzo secolo di carcere per otto imputati. Tre testimoni nei guai
Accusati a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni aggravate e danneggiamenti, sono stati condannati otto dei dieci imputati del processo “Grande Padrino” contro la mafia di Carini. Pene per complessivi 58 anni di carcere sono state inflitte a Margherita Battista Passalacqua, figlia del defunto boss Calogero Giovan Battista detto Battistone, per lei la condanna è a nove anni, così come per suo marito Salvatore Sgroi, Gianfranco Grigoli e Giacomo Lo Duca. Croce Frisella è stato condannato a 11 anni con il meccanismo della continuazione, mentre Giuseppe Pecoraro ha avuto tre anni, Pietro Sgroi (cognato della Passalacqua) a sei anni e sei mesi e Giuseppe Barone due anni. Il collegio ha dichiarato non il doversi procedere nei confronti di Antonino Buffa e Croce Maiorana perché l’azione penale non poteva essere iniziata per mancanza di querela. Per tre testimoni invece, il collegio presieduto da Vincenzina Massa ha inviato gli atti alla Procura perché valuti l’ipotesi di falsa testimonianza, avrebbero infatti negato di aver pagato il pizzo. Il processo ha preso le mosse dall’operazione “Grande Padrino” del 15 novembre 2011, quando la compagnia dei carabinieri di Carini arrestò 21 persone. I militari scoprirono un articolato sistema per imporre il pizzo, lo spaccio di droga, le intimidazioni, le assunzioni e i licenziamenti in alcune imprese della zona. A gestire tutto era Calogero Giovan Battista Passalacqua, morto nel 2012. I carabinieri avviarono il monitoraggio della sua abitazione nel centro storico e accertarono una serie di contatti tra il boss e altri soggetti, vere e proprie riunioni in cui si decideva come agire: dalle estorsioni, ai danneggiamenti per riscuotere il pizzo, all’imposizione di soggetti da assumere, il tutto secondo le indicazioni ricevute dai vertici della famiglia mafiosa. Il processo si concluso dunque con condanne per complessivi 58 anni di carcere e il risarcimento delle parti civili, tremila euro ciascuno per: il centro Pio La Torre, Assindustria Palermo, Federcommercio Palermo, Sos Impresa, Solitaria, Fai, Coordinamento delle vittime dell’estorsione, dell’usura e della mafia.