Le riflessioni della segretaria del PD: “manca una guida sociale e civile credibile ed autorevole”
Riceviamo e pubblichiamo
La nostra città è oramai segnata costantemente da rigurgiti di violenza e, se un tempo eravamo portati a rileggerne la gravità perchè intravedevamo sullo sfondo il sempre preoccupante fenomeno mafioso, oggi sembra da più parti emergere un segno di rassegnazione legata per molti versi al messaggio d’impotenza lanciato ai cittadini da chi amministra e da chi sarebbe chiamato a porre delle condizioni di maggiore attenzione ed impegno per contrastarla.
Purtroppo, se anche gli appelli lanciati dalla chiesa, e da altri soggetti associazionistici, vedi l’Osservatorio Sviluppo e Legalità, sembrano cadere nel vuoto in attesa forse del prossimo grave fatto di cronaca, appare per la nostra comunità, in tutto il suo realismo, la mancanza di una prospettiva e di una guida sociale e civile credibile ed autorevole. Una guida, quella del sindaco ed i suoi più vicini sostenitori, che sembra aver perso completamente la bussola della politica non solo locale ma anche regionale. Due fatti sono apparsi emblematici in questi giorni a rappresentare questo totale disorientamento culturale e politico. Da un lato, proprio mentre il Pd in Sicilia discute per rimettere in sesto una maggioranza di governo unitaria, per ridare un po’ di speranza ai siciliani, anche se non sappiamo con quali esiti, ed al tavolo istituzionale il governo Renzi si presenta autorevolmente con tanta buona volontà, il nostro sindaco, stolto quanto sprovveduto, agli stati generali degli amministratori afferma di divorziare da Crocetta, che è pur sempre il presidente di tutti i siciliani, dando credito, al solito gruppo oramai vecchio, logoro ed isolato politicamente.
Una logica non istituzionale, del tutto biasimabile, che non dovrebbe appartenere ad un sindaco e, che di fatto isola ancora di più la nostra città, che pure avrebbe bisogno di riprendere ad essere al centro degli ampi interessi di una sana politica testimone di dinamismo sociale ed economico, per i tanti problemi che la affliggono. Dall’altro le molte contraddizioni all’interno della maggioranza consiliare emerse durante l’approvazione del rendiconto 2013, con i capigruppo che si appellano al senso di responsabilità, di fronte ai tanti consiglieri esitanti, ad accettare un documento contabile, se non falso, sicuramente falsato dai milioni di crediti inesigibili alla luce anche delle perplessità che avevano espresso i Revisori dei conti.
E poi, infine, a rigettare come se non fossero utili per la città gli atti d’indirizzo presentati dall’opposizione, che pure cresce quotidianamente, in contenuti e proposte. Atti d’indirizzo che per il PD e la città erano di fondamentale importanza, ritenuti tali anche da qualcuno della maggioranza ed, addirittura, dallo stesso Presidente del Consiglio comunale, formulati anche dai nostri consiglieri e penso condivisi culturalmente dell’intero circolo di Partinico, ma lasciati cadere con l’arroganza e la supponenza di chi crede di avere oramai egemonizzato definitivamente il partito e di non dover mai più dare conto alla città ed agli elettori .
Maria Provenzano, segretaria del Pd Partinico