Convalidati quattro arresti per la spedizione punitiva di mercoledì scorso. Scarcerato Paviglianiti considerato estraneo ai fatti
E’ stato rilasciato il giovane partinicese Mirko Paviglianiti, fermato due giorni fa per la spedizione punitiva messa a segno mercoledì scorso nell’autoparco della ditta Temperino di Montelepre. Il gip Riccardo Ricciardi, dopo averlo interrogato in presenza del suo legale, l’avvocato Salvo Misuraca, ha disposto la sua immediata scarcerazione. Da stasera, il ragazzo che si è’ subito dichiarato estraneo ai fatti, dimostrando dove e con chi si trovasse al momento del pestaggio, e’ tornato libero e senza prescrizioni. Convalidato, invece, il fermo per Simone Purpura, 53 anni, originario di Montelepre ma residente a Borgetto, i suoi due figli Federico Daniel e Vincenzo Purpura, rispettivamente di 21 e 27 anni, e Raffaele Guida, partinicese di 23 anni. Tutti, a vario titolo, sono accusati di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e porto illegale di armi. La decisione del gip e’ arrivata al termine degli interrogatori dell’udienza di convalida. Per Simone Purpura, tra l’altro, c’è pure l’aggravante della detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le indagini investigative eseguite dai carabinieri della compagnia di Partinico, infatti, nel garage della sua abitazione di Borgetto, è stato rinvenuto un barattolo di vetro contenente 21 grammi di marijuana. I militari, inoltre, hanno sequestrato una delle due autovetture con le quali gli indagati si sarebbero recati nel deposito di contrada Cortiglia, per tendere l’agguato, dopo un incidente stradale avvenuto nello stesso primo pomeriggio a Montelepre. Si tratta della Lancia Lybra station wagon con cui Simone Purpura si era scontrato qualche ora prima con la fiat punto guidata dal dipendente della ditta Temperino, Massimo Buscemi. Sequestrati anche i coltelli, i bastoni, le travi di legno ed una grossa chiave a pappagallo che gli stessi fermati avrebbero impugnato per il raid punitivo. Nessuna traccia, invece, di un’altra autovettura utilizzata dagli indagati. Migliorano, intanto, le condizioni di Giuseppe Buscemi, rimasto gravemente ferito nell’agguato, mentre per suo fratello Massimo, i medici hanno disposto il trasferimento all’ospedale Cervello di Palermo perché necessita di ulteriori controlli pneumologici e probabilmente di un altro intervento di chirurgia toracica. E’ stato proprio quest’ultimo, che, mercoledì scorso, mentre si trovava alla guida della propria utilitaria, durante una manovra effettuata lungo la circonvallazione di Montelepre, avrebbe urtato di striscio la Lancia Lybra condotta da Simone Purpura. La lieve collisione tra le due autovetture avrebbe provocato l’immediata reazione verbale di entrambi, facendo volare parole grosse ed offese reciproche nel tentativo di aggiudicarsi la ragione del sinistro. Simone Purpura, qualche ora dopo, in compagnia dei propri figli e di un amico loro, si sarebbe prima recato a casa dell’uomo, ma senza avere successo, per poi dirigersi verso l’autoparco di Montelepre, in cui, assieme agli altri indagati, avrebbe portato a termine la sua vendetta. L’aggressione ha fatto finire in ospedale ben 5 persone, Pietro Temperino di 40 anni, titolare della ditta, la moglie, Giuseppina Cardillo, e tre operai, Giuseppe e Massimo Buscemi e Giosuè Bonì di 35 anni. Di questi, soltanto i due fratelli si trovano ancora ricoverati in ospedale. Gli altri hanno solo riportato ferite guaribili in pochi giorni.