San Giuseppe Jato. Scomparsa Concetta, nuovi indizi dai vicini
di Leandro Salvia
Dopo i familiari e i colleghi di lavoro di Salvatore Maniscalco, i carabinieri della compagnia di Monreale hanno sentito pure i vicini di casa dell’uomo accusato dell’omicidio e della distruzione del cadavere della moglie Concetta Conigliaro, la ventisettenne scomparsa da San Giuseppe Jato. Le testimonianze avrebbero fornito elementi utili per ricostruire le fasi successive alla sparizione della giovane: nei giorni seguenti al 9 aprile avrebbero infatti assistito al classico “sbarazzo”. Maniscalco, insieme ad acluni aiutanti, avrebbe caricato su un camion materiale di risulta e un grosso fusto metallico. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che, tra i rifiuti, possa essere stato occultato anche il cadavere della moglie. I resti bruciati di Concetta sono stati fatti ritrovare dal marito il 7 giugno nei pressi di un fiume in contrada Gambascio. A complicare invece le prime fasi dell’indagine sarebbero stati, a detta dei carabinieri, proprio i familiari e il legale di Concetta, oltre ad una delle volontarie dell’associazione a cui si era rivolta la giovane. “La madre –raccontano dal comando dei carabinieri- ha denunciato la scomparsa 25 giorni dopo aver ricevuto la borsa con dentro gli effetti personali della figlia”. Il legale, sentito la prima volta, non avrebbe invece fornito copia della denuncia per maltrattamenti elaborata il giorno della scomparsa. Poi ci sarebbero una serie di testimonianze ritenute “al limite del depistaggio”: “l’avvocato e una delle dottoresse -spiegano dal comando dei carabinieri- ci riferirono di aver sentito Concetta al telefono nei giorni successivi alla scomparsa. Telefonate di cui non esistono riscontri. Inoltre è quasi certo che in quei giorni la giovane fosse già stata uccisa”