Carini. Indagine sugli scarichi in mare, il sindaco: “accuse infondate, adesso siamo in regola”
Nega le sue responsabilità il sindaco di Carini Giuseppe Agrusa, rinviato a giudizio per danno ambientale per la vicenda degli scarichi fognari in mare. Il primo cittadino si dice sereno “quasi tutti gli scarichi sono stati eliminati e quindi il processo si concluderà in maniera positiva” dichiara. L’inchiesta sull’inquinamento del mare è partita da una denuncia della Provincia. I prelievi effettuati all’inizio del 2012 dall’Arpa in sette diversi scarichi, avevano evidenziato la presenza di escherichia coli, azoto ammoniacale, nonché processi di ossidazione con valori superiori ai limiti di legge. Secondo l’accusa il danno subito delle persone a causa delle emissioni moleste prodotte da scarichi industriali e domestici sarebbe dipeso dalla mancanza di controllo e dall’assenza di un sistema per la raccolta dei reflui. “Con le condotte descritte – scrive il pm Geri Ferrara – gli imputati distruggevano e alteravano le bellezze naturali”. Sarebbe stato distrutto l’alveo di tre torrenti e un tratto dellaq costa. La prima udienza del processo si terrà il 19 settembre. I fatti contestati risalgono al maggio 2012, inoltre secondo gli inquirenti, “la bonifica dei luoghi non è stata ancora effettuata”. Per il sindaco di Carini invece, gli scarichi sono stati quasi tutti eliminati.
Vanno a processo oltre ad Agrusa, anche l’ex sindaco Gaetano La Fata, i funzionari Antonio Ruffino, Vito Basile e Giovanni Randazzo e gli incaricati esterni Giuseppe Gullo e Giuseppe Marcianò. Sul registro degli indagati c’erano pure il presidente di Confidustria Palermo Alessandro Albanese, Pietro Sciortino e Angela Antinoro ma la loro posizione è stata stralciata e il pm si appresta a chiedere l’archiviazione.