Montelepre. Omicidio Licari, in casa del presunto killer trovati cinque coltelli
Nuovi sviluppi sull’omicidio di Baldassare Licari, il pensionato di Montelepre freddato a colpi di pistola il quattro novembre 2013 nelle campagne di Borgetto. Mentre il presunto assassino Antonio Muratore, 76 anni rimane in carcere su ordine del gip Lorenzo Matassa, che lo scorso 24 luglio ha confermato il fermo a suo carico, altri indizi che potrebbero rivelarsi utili alle indagini, vengono alla luce.
Gli uomini del commissariato di Polizia di Partinico, che sin dall’inizio hanno lavorato incessantemente sul caso, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, nell’ambito di un accurata perquisizione nell’abitazione e nell’autovettura di Muratore, hanno rinvenuto cinque armi bianche, ossia cinque coltelli di varia dimensione.
Le armi da taglio, attualmente al vaglio degli inquirenti, saranno sottoposte ad accertamenti scientifici per meglio comprendere la dinamica del delitto e per accertare un eventuale ruolo delle stesse nelle vicenda delittuosa. Ma al momento si tratta soltanto di ipotesi che non trovano alcuna conferma. Sin dai primi giorni dall’avvio delle indagini, per gli investigatori si è trattato di un caso molto complesso e difficile, in considerazione anche del fatto che la vittima, viene descritta da tutti coloro che la conoscevano come una persone esemplare, un grande lavoratore, un uomo onesto, tutto casa e famiglia. Al momento l’unico indiziato del delitto è Antonio Muratore residente a Borgetto. Il suo dna è stato trovato nelle tazzine del caffè all’interno della casa dell’ex cantoniere di Montelepre. Accanto a questa prova, ci sarebbe anche una serie di gravi indizi, circa la sua presunta colpevolezza, raccolti dagli inquirenti nel corso delle indagini sia con metodi tradizionali, che facendo ricorso alle intercettazioni.
Fonte: Giornale di Sicilia