Carini, l’ultimo saluto al carabiniere Giuseppe Conigliaro
Grande commozione ieri pomeriggio ai funerali del carabiniere Giuseppe Conigliaro, stroncato a 52 anni da un male incurabile. Parenti, amici e tanti colleghi hanno dato l’estremo saluto a “un umile servitore dello Stato che ha lottato, fine alla fine, contro un brutto male, così come lo ha ricordato il cappellano militare della Legione Sicilia Padre Salvatore Falzone che ha celebrato la messa nella chiesa della Madonna del Rosario di Carini, il paese in cui è nato e dove viveva con la propria famiglia.
Lacrime sui volti di tutti, dai familiari, ai colleghi della stazione di Montelepre in cui ha prestato ininterrottamente servizio negli ultimi 14 anni. Visibilmente commossi, coloro che hanno lavorato al suo fianco, come il comandante Marcello Usai che, lo ricorderà per sempre per la sua dedizione al lavoro e semplicità d’animo. Giuseppe Conigliaro, che adesso si trova con il suo bel sorriso tra le schiere degli angeli, non dimenticherà certo gli amici e quanti, nel momento della malattia, gli sono stati vicini. La sua morte lascia un vuoto incolmabile alla sua famiglia, alla moglie e ai suoi 4 figli. Diversi applausi hanno rotto il silenzio durante la cerimonia funebre, soprattutto dopo gli interventi del Generale del Corpo d’Armata, Comandante Interregionale dei Carabinieri Umberto Pinotti e dell’Arciprete di Montelepre Don Gaspare Randazzo. Tra le autorità presenti, il Commissario Straordinario del Comune di Montelepre, Concetta Caruso, il sindaco di Giardinello Giovanni Geloso, il Generale di Brigata, comandante della legione carabinieri Sicilia Giuseppe Governali, il colonnello Pierangelo Iannotti comandante provinciale dell’arma, il capitano Marco De Chirico comandante dei carabinieri della compagnia di Partinico e il Maggiore Mauro Carrozzo in rappresentanza dei militari del gruppo Monreale e ancora il Capitano della compagnia di Carini Fabio Rosari e il comandante di stazione Matteo Mancuso. Giuseppe Conigliaro era conosciuto e rispettato da tutti sia a Carini che a Montelepre e non solo per la sua professione, ma per le sue doti umane di persona per bene. L’interminabile applauso partito all’uscita del feretro dalla chiesa, testimonia il ricordo che molte persone conserveranno di lui