Addiopizzo 5. Ventisei condanne e sei assoluzioni, molti imputati sono del comprensorio
Il processo era scaturito dalle indagini sulle estorsioni a tappeto praticate dal clan mafioso capeggiato da Salvatore e Sandro Lo Piccolo, decisivo fu il ritrovamento del “libro mastro del racket” nel covo di Giardinello il 5 novembre 2007. Ieri sera la sentenza di condanna per gli arrestati del blitz “Addiopizzo 5”. Pesanti le pene per 26 degli imputati, mentre in sei sono stati assolti. Molti sono legati alle cosche del nostro comprensorio. 30 anni testa per Salvatore e Sandro Lo Piccolo, 14 anni per Pietro Bruno considerato il capomafia di Capaci ed Isola delle Femmine, 14 anni per Giuseppe Di Bella di Montelepre, 12 per Salvatore D’Anna di Terrasini, 13 per Lorenzo Di Maggio di Torretta, 12 anni e 6 mesi per Procopio Di Maggio di Cinisi, 12 per Vito Mario Palazzolo di Carini, 4 mesi in continuazione con una precendente condanna per il collaboratore di giustizia di Cinisi, Francesco Briguglio. Si attestano tra i 3 anni e i 18 anni le condanne per gli altri imputati. Mentre in sei sono stati assolti e tra questi Giuseppe Di Maggio di Carini e Alberto Evola di Cinisi. Pene dunque per complessivi 326 anni di reclusione, erano tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione. I pm avevano invocato condanne pesanti, richieste quasi del tutto accolte dai giudici della quarta sezione del Tribunale di Palermo. Riconosciuto il risarcimento danni alle associazioni antiracket costituitesi parte civile, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell’Economia, alla Regione siciliana, a Confindustria Palermo e ai Comuni di Cinisi, Capaci e Terrasini.