Partinico. Interrogazione consiliare sui “progetti non realizzati” alla Real Cantina Borbonica
Che fine hanno fatto i progetti annunciati dal sindaco Lo Biundo per valorizzare la Real Cantina Borbonica? E’ quanto si chiedono i consiglieri comunali di Cambiamo Partinico, Gianluca Ricupati e Valentina Speciale che in proposito hanno firmato un’interrogazione consiliare insieme ai colleghi Michele Chimenti e Gianfranco Lo Iacono. Nel documento inviato al sindaco, gli esponenti di opposizione ricordano le buone idee messe in campo dall’ex consulente del primo cittadino, l’architetto Vito Giuliana, ma rimaste soltanto notizie date alla stampa, senza che nulla si sia davvero concretizzato.
I firmatati dell’interrogazione ricordano i numerosi annunci fatti dal sindaco, che parlava della firma di un protocollo di intesa con la Soprintenza e il Palazzo d’aumale di Terrasini, per dare vita ad un itinerario delle vie del vino, della realizzazione di un museo della civiltà contadina, dell’istituzione di una fondazione per riscoprire l’artigianato e le tradizioni siciliane.
“Per non parlare – scrivono ancora i consiglieri – della notizia in cui il Sindaco esultava perché, con l’appoggio del Soprintendente ai beni culturali, la Cantina sarebbe diventata un centro espositivo ed enoteca regionale, inserita nei circuiti eno-culturali nazionali più importanti. Sempre la Cantina avrebbe dovuto ospitare una prestigiosa scuola di Musica, istituita, senza oneri economici per il Comune, dalla Fondazione di rilievo regionale “The Bass Group”. Come dimenticare gli articoli degli organi di stampa in cui si informava la città che beni e attrezzi della nostra civiltà contadina, donati gratuitamente da privati al Comune, venivano definiti di interesse culturale dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali?”
“Mentre si lavorava per costruire il Museo della Civiltà Contadina – dichiarano i consiglieri – l’Amministrazione emanava in contemporanea un’indagine di mercato per la progettazione di un altro “Museo del Contadino – realtà e ricordi”, con annesso l’acquisto di attrezzature informatiche, da istituire presso Palazzo Ram con fondi del GAL Golfo di Castellammare.”
Gli esponenti di minoranza si chiedono dove siano finiti questi intenti. Il dubbio è che si sia trattato “dell’ennesima operazione mediatica di sponsorizzazione del nulla, come è avvenuto per la Zona Franca Urbana”.
“Quello che potrebbe essere un altro gioiello della nostra città, – concludono – invece è ridotto a mero contenitore di iniziative sporadiche portate avanti dalla forza di volontà dell’associazionismo locale.”