Alcamo, sentenza definitiva per il boss Diego Melodia
L’anziano boss alcamese Diego Melodia finisce in carcere. Deve scontare 17 anni e 3 mesi di carcere. Le manette sono scattate ieri dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso del boss rendendo definitiva la condanna sua. E così i carabinieri della compagnia di Alcamo si sono presentati a casa sua. Diego Melodia, 79 anni, soprannominato “consa seggie” è uno dei capostipiti dell’omonima famiglia mafiosa di Alcamo. Ha guidato il mandamento tra gli anni 2006 e 2008 prima di finire sotto processo. L’inchiesta, che gli è costata il nuovo e definitivo arresto, era denominata “Cemento Libero”, condotta dagli investigatori alcamesi con la direzione distrettuale antimafia, secondo cui, il clan Melodia, controllava le forniture di calcestruzzo attraverso la Medi Cementi s.r.l, impresa con un grosso impianto in contrada Furchi ad Alcamo, del valore di 1 milione di euro, finita sotto sequestro. L’operazione portò all’arresto di 11 persone e all’emissione di 10 avvisi di garanzia. Diego Melodia ha da sempre rivestito un ruolo di spicco all’interno di Cosa Nostra alcamese. Negli anni Novanta aveva ricevuto l’incarico di riscuotere il pizzo tra gli imprenditori. Un incarico condiviso con il figlio Ignazio, 44 anni, anch’egli definitivamente condannato per mafia e, nonostante la giovane età, ripetutamente finito in manette e con alle spalle lunghi periodi di detenzione. Il fratello di Diego, Nicolò, detto “Cola” di 90 anni, è padre di Antonino, reggente del mandamento alcamese fino al 1995, anno del suo arresto, e di Ignazio, classe ’55, detto “il dottore” per via della sua professione medica svolta, successore di Antonino, anch’egli riconosciuto uomo d’onore e condannato ad altrettante pesanti pene detentive per associazione mafiosa ed estorsione. Antonino Melodia è attualmente sottoposto alla Sorveglianza Speciale con obbligo di Soggiorno nel Comune di Alcamo. Nel corso dell’indagine “Cemento Libero” oltre ai due importanti ed autorevoli membri della famiglia Melodia, Diego ed Ignazio, emerse la figura di Liborio Pirrone Liborio, alias “Popò”: imprenditore nel settore del calcestruzzo, pregiudicato, coinvolto in ambigui rapporti con l’associazione mafiosa. Oltre a Pirrone, l’attività investigativa permise di far luce anche sul profilo criminale di altri tre fratelli alcamesi, Giorgio, Salvatore e Stefano Regina, tutti pregiudicati e ritenuti a disposizione del sodalizio mafioso per contattare vittime di estorsioni e potenziali acquirenti di calcestruzzi, ai quali, l’associazione criminale faceva giungere il preciso ordine di rifornirsi presso la Medi Cementi. Tra il 2010 ed il 2011, per le persone coinvolte nell’operazione antimafia, sono arrivate le condanne di primo e secondo grado che vanno dagli 8 ai 20 anni di carcere, tra cui, appunto, quella inflitta a Diego Melodia che adesso, a seguito della dichiarazione d’inammissibilità del ricorso con cui si è pronunciata la Corte Suprema di Cassazione, è divenuta definitiva.