Borgetto, tre arresti per intestazione fittizia di beni nell’operazione “Benny 3”

Con l’accusa di intestazione fittizia di beni tre persone sono finite in manette. Si tratta di Benedetto Valenza, 52 anni, denominato il Re del Cemento, di Filippo Scrozzo, 57 anni e di Giuseppe Giaimo di 48 anni, tutti di Borgetto. Per Valenza si sono aperte le porte dell’Ucciardone, mentre i suoi prestanomi, entrambi incensurati, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotte dai carabinieri della compagnia di Partinico e di Monreale, avrebbero documentato come Benedetto Valenza abbia intestato dei beni ai suoi collaboratori per tentare di eludere la legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale. Scrozzo e Giaimo sono ritenuti prestanomi di Valenza, effettivo titolare dell’impresa di Borgetto “Euro Calcestruzzi” di Filippo Crozza & C., con sede in via Dommartino, del valore di 400 mila euro. Società su cui adesso sono stati apposti i sigilli. Filippo Scrozzo figura come socio amministratore titolare del 50,50% delle quote societarie, mentre Giuseppe Giaimo del 49,50%. Benedetto Valenza, l’imprenditore finito agli arresti è figlio di Salvatore e nipote di Erasmo Valenza, questi ultimi considerati esponenti di spicco del clan mafioso dell’ex boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, inghiottiti dalla lupara bianca negli anni 80. I militari hanno accertato che, Valenza, coinvolto più volte in inchieste di mafia, è tornato a occuparsi della fornitura di calcestruzzo, attraverso l’utilizzo dei due prestanomi. Filippo Scrozzo è un ex dipendente della Camilli Flora, società attualmente sotto amministrazione giudiziaria appartenuta a Valenza e per la quale, il prestanome, nel frattempo avrebbe continuato ad incassare alcuni crediti. L’operazione, denominata Benny 3 è una costola delle due precedenti indagini del 2009 e del 2012 che portarono all’arresto di diversi imprenditori operanti nel settore della produzione e del trasporto di calcestruzzo. Benedetto Valenza, sebbene non condannato per 416 bis, è stato sempre ritenuto vicino alle famiglie mafiose di Partinico e San Giuseppe Jato che avrebbero sempre protetto le sue imprese garantendogli una posizione di monopolio nel suo settore imprenditoriale. VALENZA, in totale spregio della legge e delle ripetute condanne, aveva avviato il nuovo impianto di produzione calcestruzzi intestato al suo ex-collaboratore Filippo Scrozzo e a Giuseppe Giaimo, ma di fatto gestito da lui, riconquistando rapidamente la fetta di mercato della commercializzazione del calcestruzzo, persa a seguito del sequestro pregresso dei suoi impianti. Tutti gli imprenditori della provincia palermitana e trapanese si sarebbero rivolti a “BENNY” per gli ordini, per concordare il prezzo e il trasporto delle forniture di calcestruzzo, offrendo così indiscutibile conferma del suo ruolo di dominus nell’attività imprenditoriale della “Euro Calcestruzzi”. Nei vari colloqui intercettati, è emersa la costante presenza di Benny nell’impianto di Borgetto mentre discuteva con i fittizi titolari di fatture e pagamenti ricevuti in assegni da clienti per la fornitura del calcestruzzo. Il potere di controllo esercitato da Valenza è emerso anche dalla circostanza che i vari imprenditori si rivolgevano esclusivamente a lui per contestare i prezzi e i pagamenti ed erano propri i suoi fidati collaboratori, che rimandavamo il cliente alla sua decisione dirimere tutte le controversie economiche. Benny Valenza, dimostrando di conoscere gli strumenti investigativi e le tecniche d’indagine a disposizione degli inquirenti, per occultare la sua posizione, aveva adottato l’escamotage di farsi assumere quale geometra presso la ditta Cucinella di Partinico, impegnata nella commercializzazione di ferro, la cui produzione è sempre abbinata, nella realizzazione di opere edili, a quella del calcestruzzo. Uno stratagemma con cui, non solo si adoperava nella commercializzazione del ferro, rispettando così il “contratto di lavoro”, ma occupandosi per alcuni clienti del pacchetto completo, fornitura sia di ferro che di calcestruzzo. Dalle indagini sarebbe emerso che Valenza intercedeva per orientare le scelte delle ditte edili nell‘acquisto del calcestruzzo. Nel 2012, un’impresa edile di Partinico che si era già accordata per la fornitura di calcestruzzo con la ditta Luigi Impastato di Carini, Giaimo avrebbe invitato con insistenza l’imprenditore a rivolgersi a Scrozzo; a seguito del suo rifiuto, sarebbe intervenuto Benny Valenza che, rammaricatosi per il mancato accordo, aveva offerto un prezzo più vantaggioso per conto della ditta di Borgetto a cui alla fine l’imprenditore si sarebbe affidato. Il ruolo direttivo di Valenza, infine, è stato confermato dai numerosi pedinamenti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Partinico. Le indagini, inoltre, hanno consentito di dimostrare la manifesta sproporzione tra il valore dell’impianto di calcestruzzo e la capacità reddituale di Benny Valenza, anche durante i lunghi periodi di detenzione sofferti dall’indagato; misure cautelari che hanno precluso la materiale disponibilità di acquisire le risorse finanziarie idonee ad avviare un impianto di calcestruzzo ed a gestirlo in via ordinaria, come in effetti avvenuto, dimostrando così di avere attinto a risorse finanziarie abilmente occultate e sfuggite quindi ai procedimenti di prevenzione instaurati nei suoi confronti.LE INTERVISTE NEL TG

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