Palermo, scoperta piantagione indoor in un vecchio ex convento del “Capo”

Da edificio storico a piantagione di canapa indiana. E’ quanto scoperto dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo Piazza Verdi supportati dai militari della Stazione di Palermo Centro che hanno individuato, l’ultima di una luna serie di coltivazioni “indoor” in città. L’ex convento di Sant’Agata alla Guilla, un grande edificio ormai in stato d’abbandono nel popolare quartiere “Capo”, era stato scelto dai criminali quale insospettabile base per i loro affari. Giunti al civico 3 della discesa Sant’Agata della Guilla, superato un cancello di ferro, i Carabinieri sono entrati nell’atrio del palazzo, da dove si accedeva ad un vero e proprio dedalo tra stanze e corridoi. Da una scala chiusa con una rete metallica, i militari sono saliti al primo piano, dove hanno notato sul pavimento della stanza di disimpegno, del materiale vario tra cui diversi fusti di plastica, tutti vuoti.
In una stanza attigua, con il pavimento e le pareti rivestite con teli di plastica di colore bianco, disposti su dieci filari, sono stati rinvenuti 103 vasi di plastica di colore nero, di forma rotonda e quadrata, ripieni di terriccio umido, con altrettanti fusti di circa 1 metro e mezzo di cannabis indica. I Carabinieri hanno constatato che la piantagione indoor era completa di tutto. Un impianto di irrigazione curato nei minimi particolari e dotato di quanto necessario. L’areazione era garantita grazie all’utilizzo di grossi tubi in alluminio collegati ad estrattori, l’illuminazione era assicurata da un allaccio abusivo alla rete E.N.E.L. che faceva funzionare ben 32 reattori di alimentazione di altrettante lampade alogene complete di porta lampada e copertura rifrangente in alluminio, nonchè un misuratore di umidità collegato all’impianto d’irrigazione. Dalla stanza in questione si accedeva ad un altro locale dotato dello stesso impiasto dove sono stati rinvenuti altri 19 vasi di plastica vuoti ed 194 con tronchi di piante recise a circa 10 cm dal terreno. Evidentemente, gli arbusti erano stati, almeno in questo ambiente, già tagliati e raccolti. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria le piante sono state campionate dai Carabinieri del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti e, successivamente, estirpate e distrutte.
Sono tutt’ora in corso le indagini degli uomini dell’Arma, al fine di risalire agli autori della coltivazione ed accertare chi avesse la disponibilità dell’immobile.

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