Carini. L’ultimo addio a Grazia Bruno con la rabbia e la delusione dei figli
Anche se con rabbia e molta delusione, alla fine, i familiari di Grazia Bruno si sono rassegnati all’idea di dover dire addio per sempre a Grazia Bruno, la 68enne di Villagrazia di Carini che i figli, credendola ancora viva, hanno vegliato per 8 giorni. Hanno ceduto di fronte alla legge e all’ennesimo parere, il quarto, espresso dal medico legale Livio Milone chiamato in causa dall’avvocato Gaspare Genova. Il corpo della donna riposto nella bara, ormai sigillata con la saldatura in zinco, fino a questa mattina, ha continuato a mantenere la stessa temperatura, a non presentare segni di decomposizione e a non emanare alcun cattivo odore. Condizioni dovute – ha spiegato il professore Milone – ai farmaci che gli sono stati somministrati per il tumore al pancreas da cui la donna era affetta. Ciò ha rallentato il processo di decomposizione che potrebbe avvenire anche tra molti mesi. Con le lacrime agli occhi, i figli che hanno sempre pensato di trovarsi di fronte ad un caso di morte apparente, pure sentendosi vittime di un’ingiustizia, hanno deciso di chinarsi alla legge, rispettando l’ordinanza che il sindaco di Carini Giuseppe Agrusa è stato costretto a firmare per la tumulazione coatta della salma, rimasta scoperta, oltre ogni limite previsto dalla normative vigenti. I funerali si sono svolti questa mattina, nella Chiesa della Madonna delle Grazie. Un piccolo corteo ha accompagnato il feretro per dare l’ultimo saluto a Grazia Bruno, di cui in paese, probabilmente per la singolare fase post-mortem, si continuerà a parlare per lungo tempo. Dopo i funerali, officiati da don Antonino Caruso, parroco di Villagrazia di Carini, la bara è stata messa a deposito nel cimitero comunale. La sepoltura – così come prevede la prassi – avverrà nel giro di pochi giorni. I PARTICOLARI NEL TG