Mafia. Otto arresti alla Noce, imponevano il pizzo con il mazzuolo
Pretendevano il pagamento di 3 mila euro per la “messa a posto” di un negozio aperto senza l’autorizzazione della mafia, ma il commerciante si è rifiutato di pagare ed è stato pestato a sangue in pieno giorno e in pubblica piazza, quella del quartiere della Noce a Palermo. L’esercente è stato picchiato a colpi di mazzuolo il 2 novembre scorso, il raid punitivo è stato ripreso da alcune telecamere di sorveglianza della zona e stanotte i poliziotti della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo hanno arrestato otto persone, fra cui un minorenne. In carcere sono finiti il nuovo capomafia della Noce, Giuseppe Castelluccio 37 anni, falegname, Carlo Russo, intermediario della tentata estorsione, Giovanni Buscemi, anche lui intermediario, Marco Neri, Angelo De Stefano, Massimiliano Di Majo, l’autore del pestaggio, il marocchino Chercki El Gana e un minorenne, anche lui ha preso parte all’aggressione. Gli arresti sono stati chiesti e ottenuti dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise e Annamaria Picozzi. L’operazione “Agrìon” è in qualche modo il seguito delle inchieste Atropos (ottobre 2012) e Atropos 2 (marzo 2013) che finora hanno portato all’arresto di una cinquantina di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Appena martedì scorso tra i vicoli della Noce e di Altarello due uomini armati di pistola hanno seminato il panico, raggiungendo un artigiano e sparandogli a una gamba. Il falegname, Vincenzo Di Cristina, 56 anni, il 16 novembre aveva già subìto un avvertimento in via Scillato, davanti casa sua, dove qualcuno gli bruciò l’auto. L’allarme in Procura è scattato quando oltre ai suoi precedenti sono stati analizzati anche quelli del figlio, arrestato nella retata di marzo con l’accusa di essere l’autista di Renzo Lo Nigro. Secondo gli agenti della squadra mobile il clan aveva continuato con tutti i sistemi e soprattutto con la violenza, ad imporre il pizzo nel quartiere della Noce.