Operazione Caronte, l’atleta Moskalenko si difende: “per me erano operazioni umanitarie”
Verranno interrogati lunedi’ dal gip di Palermo Nicola Aiello, i tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta che ha fatto luce su una vera e propria tratta dei bimbi contesi. Subito dopo gli arresti e’ stata già interrogata la principale indagata dell’operazione ‘Caronte’, Larysa Moskalenko. Davanti ai magistrati la donna ha rigettato ogni accusa ribadendo di avere agito “per il bene dei bambini”, ha persino dichiarato che quello che faceva – ovvero mettere a disposizione gommoni, skipper, e ogni tipo di assistenza ad un organizzazione che si occupava del sequestro e del recupero di bambini contesi – per lei era normalissimo, ” un’azione umanitaria” l’ha definita. “ L’avevo visto un sacco di volte nei film di James Bond, mi sono permessa di chiamare il sindaco Orlando e altri politici per questo.” “Pensavo che fosse tutto lecito…”, si e’ giustificata la donna che gestiva la base operativa nel litorale di Capaci, dove è titolare di una ditta che affitta imbarcazioni di lusso. L’atleta olimpionica è il personaggio centrale dell’inchiesta. L’organizzazione criminale si celava dietro la società norvegese Abp World che aveva messo su, una squadra che operava in tutto il mondo e includeva anche ex veterani dei corpi speciali delle forze armate. Mettevano in scena veri e propri blizt armati per recuperare i bambini contesi dai genitori divorziati, un’operazione che legalmente avrebbe fatto perdere troppo tempo.
Intanto i carabinieri di Carini che assieme ai colleghi del gruppo Palermo hanno condotto le indagini, stanno analizzando una serie di documenti sequestrati. Le intercettazioni hanno svelato che la donna cercava anche armi per l’organizzazione.
Lunedi’ tocca agli altri tre arrestati: Antonino Barazza, 46 anni, Sebastiano Calabrese, 38 anni e Luigi Cannistraro di 30 anni. Per gli altri tre destinatari dell’ordinanzia di custodia cautelari i tempi si allungano perche’ va attivata la rogatoria internazionale.