Montelepre. Omicidio Licari, la scientifica sul luogo del delitto. Celebrati i funerali

La telecamera della villetta nelle vicinanze della casa di campagna di Baldassare Licari non contribuisce a fare luce sull’omicidio del 64 enne, assassinato lunedì pomeriggio con 5 colpi di arma da fuoco, per l’esattezza di due pistole una 357 magnum e una calibro 22. Il sistema di videosorveglianza non avrebbe registato la scena del crimine perché l’occhio elettronico non è puntato sulla strada, bensì su un’altra angolazione. Si infittisce intanto l’alone di mistero che avvolge il delitto consumatosi nel pomeriggio di lunedì nelle campagne di contrada Iazzo Vecchio, tra Montelepre e Borgetto. Poche le certezze in questo momento, l’unica conferma viene dall’autopsia eseguita dal professore Paolo Procaccianti. I colpi che hanno ucciso Baldassare Licari sono stati sparati con due pistole diverse. Una 357 magnum e una calibro 22, il particolare rappresenta un’ulteriore prova che i killer erano due. E che sono arrivati all’appuntamento con Licari armati fino ai denti. Lo avrebbero incontrato nella sua casa di campagna, avrebbero con lui preso un caffè -delle tre tazzine rinvenute sul tavolo, due erano vuote- e poi forse lo hanno aggredito all’interno dell’abitazione. Inizialmente Licari sarebbe stato colpito con un’arma da taglio, prima al torace e poi all’addome, sul suo cadavere sono stati trovati i segni dei fendenti. Dopo averlo ferito gli assassini lo avrebbero inseguito sparandogli addosso e poi lo hanno finito con un colpo alla tempia, quando oramai era riuscito a salire in macchina. La 357 magnum potrebbe essere a tamburo, la calibro 22 no, infatti sul posto non sarebbero stati ritrovati i bossoli e questa mattina la polizia scientifica è tornata ad ispezionare la zona, anche se chi ha sparato potrebbe avere raccolto i bossoli prima di darsi alla fuga, così da non potere risalire all’arma. Riesaminata anche la casa dove sono stati trovati segni di colluttazione, una zuccheriera rotta e del sangue sul pavimento, ancora non si sa se della vittima o dei killer. L’ex cantoniere della Provincia, ha certamente provato a difendersi con un grosso paio di forbici. Potrebbe avere ferito i suoi assassini e così gli uomini della scientifica hanno prelevato tutti i campioni del sangue sparso per la casa. Saranno estratti dei porfili genetici da confrontare con quelli di alcuni sospettati. Il primo sarebbe già stato scagionato da un’alibi di ferro, ma adesso c’è ne sarebbe un altro, un uomo che avrebbe avuto un’accesa discussione telefonica con Licari poco prima di essere assassinato. Il pensionato avrebbe ricevuto una chiamata prima di andare in campagna. La polizia avrebbe già identificato, chi stava all’altro lato del telefono, anche grazie ad un identikit fornito dalla figlia della vittima. Poi c’è un testimone che avrebbe riferito agli inquirenti di aver visto aggirarsi nella zona dell’omicidio una persona estranea. Sono diverse le piste seguite da chi indaga, anzi ogni giorno ne spunta una nuova. Le indagini che continuano a girare a 360 gradi, sarebbero rivolte anche a questioni legate al denaro. Dei prestiti concessi da Licari e di cui avrebbe discusso con qualcuno qualche giorno prima del delitto. E poi c’è la pista che porta al suo lavoro di cantoniere della Provincia; si occupava di verificare la regolarità dei varchi creati sulle strade pubbliche: potrebbe aver fatto un controllo su qualcuno che non avrebbe dovuto ostacolare? O avrebbe visto qualcosa che non doveva vedere?. Al vaglio degli inquirenti anche una denuncia per violazione di domicilio, che lo avrebbe visto imputato al processo fissato per il prossimo 21 novembre. Si battono tutte le piste per cercare di risalire alle motivazioni di un delitto così efferato. E’ stato ucciso un uomo che la famiglia descrive come una persona “tranquilla, tutto casa e lavoro”. La salma di Baldassare Licari è arrivata a Montelepre nella serata di ieri, questa mattina nella chiesa Madre del paese sono stati celebrati i funerali

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