Montelepre, sul delitto Licari gli investigatori scavano a fondo sull’attività professionale svolta fino a pochi mesi fa
Si starebbero concentrando sull’attività professionale di Baldassare Licari, e sui tanti anni di servizio svolti come capocantoniere sulla Sp2, importante arteria viaria che collega Partinico a San Cipirello, Corleone e Roccamena, fino allo scorso 30 giugno, le indagini della squadra omicidi della Questura di Palermo diretta da Carmine Mosca e coordinate dal sostituto procuratore Dario Scaletta. La pista dell’usura, infatti, dopo una serie di verifiche effettuate dagli investigatori, sembra sgretolarsi pian piano, ma non è ancora esclusa. In pensione dallo scorso primo luglio, il 64enne monteleprino, Baldassare Licari, per decenni ha operato in un’area ad alta densità mafiosa, svolgendo anche un ruolo delicato e cioè quello di verificare la regolarità dei varchi creati sulle strade pubbliche. Gli inquirenti stanno scavando a fondo sulle frequentazioni che l’uomo possa avere maturato in quella zona e setacciando tutte le carte che negli ultimi anni sono passate tra le sue mani. Di fatto, secondo la ricostruzione, la sequenza dell’omicidio di lunedì scorso, sarebbe iniziata con una lunga telefonata fra la vittima ed uno dei suoi aguzzini. La diatriba non sarebbe stata chiarita al telefono ed i tre si sarebbero incontrati a casa di Licari dove sono state trovate tre tazzine di caffè. Ma i due killer sarebbero giunti nella residenza estiva di Licari armati, con la chiara intenzione di uccidere. L’esame balistico ha, infatti, accertato, che sono state usate due pistole. Quello che inizialmente era sembrato un revolver calibro 38 in realtà sarebbe stata una 357 magnum ma avrebbe sparato anche una seconda arma, una calibro 22, pistola meno dirompente ma maggiormente precisa. Inizialmente Licari sarebbe stato colpito con un’arma da taglio, prima al torace e poi all’addome, sul suo cadavere sono stati trovati i segni dei fendenti. Dopo averlo ferito gli assassini lo avrebbero inseguito sparandogli addosso e poi lo hanno finito con un colpo alla tempia, quando oramai era riuscito a salire in macchina. Gli inquirenti ritengono di essere sulle tracce almeno di uno dei due sicari e non si sbilanciano ulteriormente sul prosieguo delle indagini.