Virus “Lingua blue”. 2000 bovini morti nel trapanese. Cresce l’allarme in provincia di Palermo

Cresce l’allarme della febbre catarrale nelle province di Trapnai, Palermo e Messina. Il virus ha già causato il decesso di molti bovini. Nel trapanese sarebbero già deceduti duemila animali. Quarantasei delle sessanta aziende zootecniche della provincia hanno comunicato all’ASP 9 la presenza del virus cononscituto anche col nome di “lingua blue”. Una situazione di emergenza che è discussa durante un tavolo tecnico che si è tenuto nella sede dell’Osservatorio Epidemiologico della Regione siciliana e al quale hanno partecipato l’assessore all’agricoltura Dario Caltabellotta, i deputati Paolo Ruggirello e Luca Sammartino, Ignazio Tozzo del dipartimento per leattività sanitarie, il responsabile dei veterinari regionali Pietro Sghembi e una rappresentanza degli allevatori trapanesi. Durante la riunione l’assessore Cartabellotta ha richiesto un monitoraggio dei casi tramite il servizio veterinario dell’Asp per poi procedere con l’abbattimento degli animali incurabili e valutare la linea d’intervento preventivo da adottare. Agli allevatori e’ stata richiesta grande attenzione alla provenienza del bestiame. I capi infettati arriverebbero dalla Sardegna. A Partinico sono stati già individuati due allevvamenti infetti, uno in contrada San Giuseppe, l’altro in contrada Cicala. Il sindaco Salvo Lo Biundo lo scorso 6 settembre aveva firmato le ordinanze per il sequestro delle due strutture. Il provvedimento era stato emanato dopo i risultati delle analisi effettuate dall’istituto Zooprifilattico di Palermo e di Teramo. A metà settembre è stata istituita un’unità di crisi in Sicilia per contrastare la diffusione del virus. La malattia, veicolata da moscerini ematofagi del genere Culicoides, puo’ provocare la morte dei piccoli ruminanti, ma non e’ in alcun modo trasmissibile all’uomo

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