Nuovo Mandamento 3. Operazione antimafia tra Montelepre, Monreale e Camporeale. I NOMI dei 7 arrestati
Una reatata antimafia ha scosso all’alba di oggi Montelepre, dove sono stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Nuovo Mandamento 3”, Salvatore De Simone, 57 anni, autista dell’ex sindaco Giacomo Tinervia, Antonino Lombardo, 65 anni, Giacomo Maniaci, 37 anni, Giuseppe Vincenzo Cucchiara, 53 anni, già detenuto, Santo Abbate, 77 anni, al quale sono stati concessi i domiciliari. Ed ancora Vincenzo La Corte, 27 anni, di Monreale e Raimondo Liotta, 47 anni, di Camporale già in carcere. Il blitz dei carabinieri del gruppo Monreale, prende le mosse dalle operazioni dell’ 8 aprile 2013, quando in manette finì pure l’ex primo cittadino di Montelepre Giacomo Tinervia, oggi in libertà e del 17 settembre scorso. L’indagine ha documentato la riorganizzazione territoriale di cosa nostra nella parte occidentale della provincia di Palermo con la creazione di una nuova sovrastruttura di coordinamento, con sede operativa a Camporeale, dei due storici mandamenti mafiosi di San Giuseppe Jato e Partinico. Gli arrestati sono accusati a vario titolo, di “concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in estorsione aggravata e continuata, concorso in tentata estorsione aggravata e continuata, furto di bestiame”. Secondo quanto ricostruito dai militari, dopo la scarcerazione nel novembre 2011 del boss camporealese Antonino Sciortino, si verificava il riassetto dei confini territoriali dei mandamenti dell’area iatina, che inglobava adesso San Giuseppe Jato e Partinico. La famiglia mafiosa di Montelepre, che faceva capo all’anziano Salvatore Lombardo, 92 anni, ma retta di fatto dal nipote Giuseppe Lombardo, non stava di certo a guardare. Ma la condotta di Lombardo junor non piaceva alla cosca e così nel novembre del 2011 è stato sostituito da Giacomo Maniaci. Riuscì però a riprendersi il potere grazie alla mediazione di Giuseppe Libranti Lucido, di Pioppo, ma fu nuovamente destituito dalla carica nel marzo del 2012. Sciortino aveva ridefinito assetti e confini e poi c’era stato l’omicidio di Giuseppe Billitteri, per il quale Lombardo, intercettato diceva di essersi procurato i lacci. Billitteri fu strangolato. Fu ucciso per dare spazio a Vincenzo Giuseppe Cucchiara, candidatura caldeggiata –secondo quanto hanno appurato le indagini- da Santo Abbate che avrebbe incontrato segretamente il boss Sciortino sfruttando una vecchia amicizia che intercorreva da tempo fra loro.