Rapine e sequestri al porto di Palermo: 21 arresti
Rapinavano Tir, furgoni e autoarticolati carichi di merci che transitavano dal porto di Palermo e destinate al mercato siciliano o all’estero. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di reati contro il patrimonio e sequestro di persona a scopo di rapina, un centinaio di uomini della Guardia di Finanza di Palermo hanno dato esecuzione a 21 ordinanze di custodia cautelare, di cui 20 in carcere e 1 agli arresti domiciliari.
I ruoli all’interno della banda erano ben distinti, tra basisti, rapinatori e coloro che smerciavano i prodotti. Tra i destinatari dei provvedimenti c’e anche Natale Abbate, fratello del boss di Borgo Vecchio Gino Abbate, già arrestato nell’operazione che ha smantellato il mandamento di Porta Nuova.
Fondamentale, per l’organizzazione criminale, il ruolo di Natale Abbate, titolare di una società di trasporti operante proprio all’interno del porto palermitano, che monitorava per conto della “banda” arrivi e partenze dei carichi più interessanti da depredare. In manette è finito anche Vittorio Franco Gravagna, titolare della ditta di trasporti Gravagna che aveva denunciato diversi furti di merce, in realtà simulati, per permettere alla banda di mettere a segno i colpi senza essere sospettati.
Oltre alle rapine, che rappresentava il business principale, l’organizzazione era dedita anche al traffico di prodotti contraffatti, provenienti dalla Campania, che venivano poi immessi nel mercato cittadino.
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