Nuovo Mandamento 3. Salvatore De Simone “collettore” tra mafia e politica
Salvatore De Simone, autista dell’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, avrebbe avuto un ruolo da collettore tra poltica e mafia (è lo zio acquisito di Giuseppe Lombardo, ritenuto -anche se a fasi alterne- capo della cosca locale). Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip sottolinea la gravità della condotta di De Simone, -sarebbe stato lui a riscuotere il pizzo dall’imprenditore di Misilmeri che stava realizzando dei lavori di ristrutturazione al palazzetto dello sport “Don Pino Puglisi”-, “condotta che esclude di poter intravedere negli atti elementi dai quali trarre il convincimento che una misura meno afflittiva possa essere ugualmente idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato. Non si può sottacere –scrive ancora il gip- che la sua condotta, ancorchè non esplicititamente violenta, si rivela ancor più pericolosa, poiché egli incarna la rappresentazione plastica dello snodo fra mafia e politica nella gestione clientelare e corruttiva del denaro. Questa funzione di “camera stagna” –continua il gip- è indispensabile ai due ambienti per poter continuare a vivere assieme senza apparentemente contaminarsi, ma è indicativa di una capacità dell’indagato di continuare a svolgere tale ruolo anche in caso di arresti domiciliari”. Dunque Salvatore De Simone, sarebbe pericoloso e il calibro del suo personaggio è emerso pure dalle dichiarazioni dell’imprenditore di Misilmeri, che ai carabinieri ha raccontato: “mi disse chiaramente che avrei dovuto pagare il 3% dell’importo dei lavori, quindi 24,000 euro, scontabili a 18,000. Io gli dissi che si trattava di una cifra troppo elevata anche perchè avevo subito un furto. Alla fine – dice l’imprenditore – pagai 2,000 euro, li misi nel cruscotto di De Simone.” Ma era solo la prima rata. L’autista del sindaco avrebbe incassato in più occasione, un totale di 12,000 euro, mentre 2,000 euro sarebbero andati al boss Giuseppe Lombardo, che per estorcere il denaro all’imprenditore lo prese a schiaffi e lo minacciò. Giuseppe Lombardo, è stato arrestato ad aprile scorso, in carcere con De Simone nella nuova retata sono finiti il padre del capomafia, Antonino Lombardo, Giacomo Maniaci, che per un periodo avrebbe avuto il potere, Vincenzo Giuseppe Cucchiara, Santo Abbate, che ha ottenuto i domiciliari per questioni di età, ha 77 anni, Vincenzo La Corte e Raimondo Liotta, gli unici due che non sono di Montelepre
Giornale di Sicilia