Nuovo Mandamento 3. Gli imprenditori raccontano le minacce e le richieste di pizzo

Di fronte alla ricostruzione dei carabinieri non hanno potuto fare altro che ammettere. Gli imprenditori vessati dal pizzo, dopo un primo momento di silenzio, hanno deciso di collaborare con le forze dell’ordine descrivendo nei dettagli come sono andate le cose. I fatti risalgono al 2008 quando erano in corso i lavori al Centro Sportivo Don Pino Puglisi di Montelepre. “Una persona si era presentata in cantiere dicendo che dal giorno successivo tutti gli operai sarebbero dovuti andare in ferie” – racconta una delle vittime. “Mi recai al comune, parlai con il sindaco Giacomo Tinervia che disse di non sapere nulla. Poi però, prima di andarmene fui avvicinato dal suo autista – Salvatore De Simone – che mi disse: «domani passo io e ne parliamo meglio.» E così avvenne. De Simone mi disse di salire sulla sua auto. Mi spiegò che, mi ero rifiutato di fare dei lavoretti per il comune, delle festicciole e altre piccole cose. Che lui però non si voleva mettere nel mezzo. Poi però mi disse chiaramente che avrei dovuto pagare il 3% dell’importo dei lavori, quindi 24,000 euro, scontabili a 18,000. Io gli dissi che si trattava di una cifra troppo elevata anche perchè avevo subito un furto. Alla fine – racconta l’imprenditore – pagai 2,000 euro, li misi nel cruscotto di De Simone.” Ma era solo la prima rata. L’autista del sindaco avrebbe incassato in più occasione, un totale di 12,000 euro, mentre 2,000 euro sarebbero andati al boss del paese Giuseppe Lombardo. E’ stato quest’ultimo, un giorno, ad andare nel cantiere per dare uno schiaffo all’imprenditore che si era permesso di ritardare il pagamento della tangente. “Mi ha detto che me l’ero cavata, ma che la prossima volta non l’avrei fatta franca, perché se non avessi consegnato l’altro denaro, avrebbe dato fuoco al cantiere”.
I soldi, secondo i carabinieri di Monreale, sarebbero andati in parte a cosa nostra in parte al municipio. Almeno così riferisce il costruttore in base a quanto detto da De Simone. Parte del pizzo sarebbe servito a finanziare in nero alcune feste o piccoli lavori nel centro urbano di Montelpere.
E la percentuale del tre per cento sarebbe stata “fissa” nelle richieste degli estorsori. Anche l’imprenditore che si stava occupando della realizzazione di un parcheggio multipiano a Montelepre, infatti, ha raccontato ai carabinieri di avere ricevuto le stesse richieste.
A raccontare tentavi di estorsione anche un ristoratore della zona che si è visto recapitare una cartuccia calibro nove e un biglietto con la scritta “mettiti in regola”. Mi aspettavo che venisse qualcuno a rivendicare l’atto e invece ignoti si è introdotti all’interno del locale con un bidoncino di benzina appiccando il fuoco. L’incontro con il boss avvenne successivamente. Anche in questo caso, numerose richieste di denaro e la pretesa di organizzare un ricevimento, senza però concordare prezzo e menu.

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