Araba Fenice. Smantellata “piazza di droga”, in manette anche quattro giovani di Cinisi, uno di San Giuseppe Jato e uno di Monreale VIDEO

“Piazza Guadagna” ipermercato della droga. I carabinieri hanno smantellato un grosso giro di spaccio di sostanze stupefacenti, con base operativa proprio nel popolare quartiere palermitano. In manette sono finite 42 persone. Quattro sono di Cinisi: Dario Abbene 27 anni, Giovan Battista Finazzo 23 anni, Giuseppe Ganci, detto “Bombolo” 24 anni e Giovanni Palazzolo 35 anni. Tra gli arrestati pure Baldassare Mannino 23 anni di San Giuseppe Jato e Antonino Persico 21 enne di Monreale. A gestire lo smercio di cocaina, eroina, hashish e marijuana erano due associazioni criminali, che convivevano sulla stessa piazza e si dividevano i proventi dell’illecità attività. L’associazione più importante era quella che faceva capo ad Antonino Lucera 35 anni, legato da parentela ad ambienti mafiosi. L’altra era invece capitanata da Matteo Algozzino 34 anni. Gli acquirenti provenivano dalle province di Palermo, Agrigento, Trapani, Enna, Caltanissetta e Messina. L’organizzazione di “Piazza Guadagna” era in grado di rifornire grossi quantitativi di stupefacente. Entrambi i “capi piazza” sono stati intercettati dai carabinieri mentre si lamentavano della presenza delle pattuglie nella loro zona. Anche se c’erano due fazioni, gli spacciatori operavano in totale sintonia tra loro effettuando gli scambi in concorso -chi riceveva i soldi non era mai chi consegnava la singola dose così come nessuno aveva mai la disponibilità diretta ed immediata di un quantitativo di droga che potesse di per sé integrare la detenzione ai fini di spaccio-, tutto avveniva sotto la stretta sorveglianza dell’area da parte delle vedette che a bordo di potenti scooter “pattugliavano” tutto il giorno la zona “Guadagna”, sia per avvertire del passaggio di pattuglie delle Forze dell’ordine che per indirizzare qualche acquirente spaesato. Nell’ambito dell’organizzazione, i ruoli di pusher o vedetta erano assolutamente intercambiabili anche nell’arco della medesima giornata. Intercambiabili erano anche i clienti che spesso si fidelizzavano alla piazza e cominciavano a fare ordini di quantitativi ben precisi via telefono allo spacciatore di fiducia che poi li indirizzava, al momento dell’acquisto, al pusher di turno. I più capaci ed esperti, avevano un loro giro di clientela ben selezionata e molto attenta a “non sbagliare a parlare per telefono”, utilizzavano delle “schede di servizio” dedicate unicamente allo spaccio ed intestate a terzi, spesso tossicodipendenti, che erano disposti a cedere la loro “sim” in cambio di una dose. Nelle conversazioni non facevano mai riferimento alla droga, al massimo parlavano di “caffè da prendere al bar” o di acquisto di macchine, motori, scarpe, borse o ancora di appuntamenti con Maria o Marilena. I meno esperti invece utilizzavano telefoni intestati a loro stessi, o a parenti prossimi, parlavano con i clienti in maniera chiara di fumo, erba e quantitativi da cedere e non si curavano di farsi guardare le spalle mentre spacciavano. Un comportamento che irritava il “capo piazza”. Erano gli spacciatori al dettaglio a mantenere attiva giorno e notte “Piazza Guadagna”. A riscontro delle 42 ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi dai Carabinieri della compagnia di Piazza Verdi, sono state documentate centinaia di cessioni sia di pochi grammi con un guadagno di una decina di euro, sia di etti con introiti di centinaia e centinaia di euro. Durante l’attività di indagine dei carabinieri, durata un anno, sono state segnalate 69 persone alla Prefettura di Palermo, 51 sono state arrestate per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, 2 per coltivazione di marijuana. Sono state scoperte due piantagioni, sequestrati 16 mila euro in contanti, 6 chili di hashish, 8 chili e 505 piante di marijuana e svariati quantitativi di cocaina ed eroina.

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