Regione. Manovra correttiva per finanziare province, comuni e forestali

Una manovra correttiva per finanziare le province, i piccoli comuni e consentire ai forestali di completare le giornate di impiego. Così il governo utilizzerà gli ultimi sgoccioli del bilancio 2013 e subito dopo inizierà a lavorare alla Finanziaria 2014 con l’obiettivo di ridurre le spese di 600 milioni. E’ il piano dell’assessore all’economia Luca Bianchi per superare le emergenze. Per domani è previsto un incontro con il sottosegretario Stefano Fassina per ottenere alcuni via libera. La prima risposta che Bianchi attende, riguarda la possibilità di alleggerire il patto di stabilità verticale, quello che limita le spese della Regione e degli enti locali. Per quanto riguarda i forestali, da settimane i sindacati chiedono una sessantina di milioni. La regione dovrebbe finanziarne almeno la metà in modo da garantire il minimo impiego annuale. Il resto delle risorse sarà diviso tra le Province e i piccoli comuni per garantire gli stipendi del personali e i servizi minimi. Bianchi spera anche di ricevere da Fassina una risposta sul piano della Regione per non aumentare le tasse in cambio del mutuo da un miliardo destinato a saldare i debiti con le imprese. La legge doveva essere approvata entro l’estate ma ha subito un rinvio, per evitare di garantire il mutuo con un aumento dell’Irpef.
Intanto, per quanto riguarda le province, si fa strada l’ipotesi di prolungare il commissariamento oltre il 31 dicembre. Secondo la legge che le aveva abolite, entro fine anno la giunta deve far approvare una nuova norma che regoli la costituzione dei consorzi tra i comuni. L’assessore agli enti locali Patrizia Valenti, replicando al presidente dell’Unione Province Siciliane Giovanni Avanti che aveva parlato di golpe istituzionale, lo invita a non creare allarmismo. “ Entro fine anno – dichiara Valenti – faremo approvare all’Ars la norma che regola la costituzione dei consorzi dei comuni. E poiché nessuno può sapere quanto tempo si impiegherà a dar vita a questi nuovi enti, non si può escludere a priori che serva una fase di transizione più lunga.”

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