Mafia. Provenzano resta al 41 bis: “è ancora socialmente pericoloso”
Bernardo Provenzano deve rimanere al 41 bis. Ecco le motivazioni del tribunale di sorveglianza di Bologna, nell’ordinanza che respinge la richiesta di revoca del difensore dell’ex latitante, l’avvocato Rosalba Di Gregorio. Lo rivela il ‘Corriere della Sera’ in un articolo a firma di Giovanni Bianconi. Non sono bastati, dunque, i pareri favorevoli delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze che continuano a indagare sulle stragi di mafia. Il motivo? C’è il rischio che il boss sia ancora in grado di comunicare con l’organizzazione e questo lo rende socialmente pericoloso.
“Le sue condizioni di salute e la sua ridottissima capacità di interloquire con l’esterno che hanno determinato la sospensione del processo a suo carico per la trattativa Stato-mafia, non sono incompatibili con il regime di carcere duro”.
Alla revoca del 41 bis, si era opposta anche la Direzione nazionale antimafia, a causa del ruolo che ha svolto Provenzano all’interno di Cosa Nostra. Nemmeno il deficit che l’ha colpito – questo è il punto centrale dell’ordinanza- sembra aver ridotto la pericolosità di Provenzano. Lo psichiatra non ha potuto approfondire la sua analisi, in quanto l’ex padrino corleonese non risponde alle domande. E i giudici si appellano alla circostanza: “Non è chiaro quanto ci sia di autentico e quanto di intenzionale nella sua manifestata incapacità di intendere e di volere”.
A insospettire ancora di più i giudici, un fatto che risale al 17 agosto scorso, quando in un colloquio con la moglie, Provenzano le chiese “A putia come va?”, domanda che, secondo i giudici, potrebbe essere legata ad affari illeciti.
Se Bernardo Provenzano è ancora socialmente pericoloso, allora chiederemo che venga collegato in videoconferenza e daremo il consenso alle riprese televisive. Così l’Italia intera sarà contenta. Vedremo tutti assieme che, come sostengono i medici, Provenzano non è in grado di fare pervenire alcuna rinuncia a presenziare al dibattimento nel processo Stato Mafia”. Così l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale del padrino corleonese, reagisce alla notizia.“Visto che il Tribunale di Sorveglianza di Bologna sostiene che l’imputato possa simulare – prosegue il legale -. Presenterò un’istanza affinché la posizione di Provenzano torni a fare parte del processo e in quella sede ne chiederemo il collegamento in videoconferenza”.