Capaci, ordinanza del sindaco vieta ai ragazzi di giocare a pallone nel centro abitato; mentre lo stadio e la villa sono chiusi da tempo
Arriva a pennello, si fa per dire, l’ordinanza del sindaco di Capaci Sebastiano Napoli che vieta ai ragazzi del paese di giocare a pallone nel centro abitato. Lo stadio comunale è chiuso per inagibilità da anni. La villa è inaccessibile da mesi perché invasa dalle vespe. In città non esiste alcuno spazio pubblico alternativo che funga da luogo di ritrovo per giovani e bimbi, nè tantomeno il Comune ha nel cassetto progetti da rispolverare per crearne di nuovi in futuro. Il tempismo del provvedimento adottato dal primo cittadino appare inadeguato viste le attuali problematiche che già negano ai ragazzi la possibilità di trascorrere del tempo libero in aree attrezzate. E la nuova ordinanza, adesso, toglie pure alle nuove generazioni, il piacere di giocare per strada. Le disposizioni del sindaco Napoli sono chiare: “Al fine di tutelare i beni pubblici e privati e di evitare disturbo a residenti e passanti” è vietato giocare a pallone nel centro abitato. I trasgressori verranno puniti con una sanzione che va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 500. Se il provvedimento emanato verrà disatteso nelle ore serali (dopo le 20 nel periodo invernale, e dopo le 21 in estate) la multa aumenterà del 50%. Chiaramente, conclude l’ordinanza, delle violazioni commesse dai minori ne risponderanno i genitori o gli eventuali tutori. La notizia provoca la reazione anche del consigliere comunale de La Prospettiva Antonio Vassallo, il quale sostiene che giocale a pallone per le vie di Capaci è la naturale risposta dei più piccoli alla totale assenza di spazi a loro destinati per il gioco e per lo sport. Noi adulti – prosegue Vassallo – dovremo provare imbarazzo davanti alla loro richiesta di spazi verdi, luoghi dove coltivare i talenti sportivi; di fatto, abbiamo tradito le aspettative dei bambini. Il Consigliere Antonio Vassallo infine, invita il sindaco Napoli a rivedere il provvedimento, consigliandogli di incontrare i ragazzi del territorio e di ascoltare le loro istanze, anche se non hanno ancora diritto al voto, anche se le loro idee sono spesso fuori traccia.