Aree Metropolitane. Un comitato per il “NO” a Terrasini, Cinisi e Carini
Cinisi, Terrasini e Carini dicono “no” alle città metropolitane. Si è costituito un comitato intercomunale al fine di ottenere la modifica del ddl approvato dalla giunta Crocetta. Secondo il comitato -al quale in due giorni hanno aderito già 200 persone- si tratta di un disegno di legge folle che calpesta la dignità di centinaia di migliaia di cittadini che si riconoscono nell’identità comunale. Tremendi –si legge in una nota- sarebbero gli effetti dell’abolizione dei comuni, interi paesi –sostengono dal comitato- diventerebbero nel caso dell’area metropolitana di Palermo, dei quartieri del capoluogo, con servizi scadenti o inesistenti e perciò sarebbe inevitabile il degrado della condizioni sociali ed economiche. Sono ridicole le affermazioni del tipo “l’obiettivo è quello di creare situazioni similari a Bruxelles o Parigi” –scrivono dal comitato “No Città Metropolitana”- perché Palermo, purtroppo, non è una grande capitale europea bensì una città piena di problemi irrisolti, che non può certo farsi carico di altri cinquecento mila abitanti. Il comitato costituitosi tra i territori di Terrasini, Cinisi e Carini promette quindi battaglia: “ci impegneremo –conclude la nota- con i tutti i mezzi possibili per bloccare un’iniziativa politica che consideriamo irrespettosa, illogica e dalle conseguenze drammatiche per i cittadini. Sulla questione interviene pure il partito Sinistra Ecologia e Libertà con una nota a firma del coordinatore di SEL Palermo, Simone Di Trapani: ”La creazione delle aree metropolitane e dei consorzi di comuni al posto delle province non può che passare attraverso un referendum popolare –dice-. Nei prossimi giorni noi ci mobiliteremo per impedire una riforma di palazzo, fatta consultando solo i tre sindaci delle grandi città coinvolte”. ”A prescindere dal giudizio di merito, non può una maggioranza parlamentare cancellare storie millenarie di comuni. La proposta di Crocetta sulla riorganizzazione – conclude Di Trapani – sia sottoposta ad un referendum consultivo, il Presidente non abbia paura. Se la sua proposta sarà razionale e convincente i siciliani le daranno forza”.