Riforma degli enti locali, pronta la bozza
Il disegno di legge che prevede l’accorpamento delle province e la nascita dei consorzi tra i comuni sarà presentato la prossima settimana. Lo annuncia il governatore Rosario Crocetta che cerca di disinnescare la tensione tra i partiti che non condividono le novità che potrebbero arrivare per gli enti locali. Una bozza di legge è stata già preparata da alcuni esperti chiamati dalla Regione: docenti universitari, associazioni degli enti locali e dirigenti regionali. Secondo il testo elaborato, i liberi consorzi di Comuni avranno la possibilità di associarsi per diventare forti e rappresentativi e «possono essere costituiti sulla base delle caratteristiche economiche, della capacità fiscale, delle attività socio-economiche, delle peculiarità culturali e delle attrattive turistiche». Qualora venisse approvato dall’Aula, i comuni avranno 90 giorni di tempo dalla pubblicazione della legge, per aderire al libero consorzio: adesione che poi dovrà essere ratificata dal consiglio comunale. I consorzi dovranno avere tra i 150 e i 500 mila abitanti, ad eccezione dei comuni che ricadono nel territorio delle isole minori che potranno costituirsi in altri due consorzi, prescidendo dalla limitazione degli abitanti. Sono organi dei consorzi il presidente, il vicepresidente, il comitato dei sindaci e il consiglio. Il presidente è eletto dal consiglio a maggioranza assoluta dei suoi membri tra i consiglieri che ricoprono la carica di sindaco. Il Comitato dei sindaci è formato dai sindaci del libero consorzio.
Il consiglio è formato da tutti i sindaci dei comuni e da due consiglieri per comune, di cui uno in rappresentanza della minoranza, che esprimono un unico voto. Il consiglio approva lo statuto, i bilanci e i programmi. Tutte le cariche saranno gratuite, mentre le spese relative alle trasferte dei sindaci e dei consiglieri saranno a carico dei comuni di appartenenza. Le città metropolitane dovrebbero essere tre.
Palermo (da Termini Imerese a Castellammare del golfo), Catania (da Melilli a Giarre) e Messina: i Comuni limitrofi saranno trasformati in circoscrizioni con la gestione di poche competenze. Secondo la bozza dovrebbero sparire i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Dalle città metropolitane verranno esclusi i centri più grandi come Monreale e Partinico che resteranno comuni autonomi. In un altro disegno di legge, sono state ridefinite le competenze. Passeranno alla Regione sviluppo turistico, beni culturali, formazione, sostegno alle attività artigiane, vigilanza su caccia e pesca che prima erano di compentenza delle Province. Ai Comuni, invece, la costruzione, la manutenzione e l’arredamento delle scuole medie di secondo grado.
La riforma fa traballare la maggioranza con alcuni esponenti del Pd che l’hanno definita “un groviglio di idee”