Corleone. Denunciato finto frate

Aveva inviato appelli e richieste di denaro per ristrutturare la chiesa di Borgo Schirò nel comune di Corleone, ma il finto frate M.D., 30 anni, di origine pugliese è stato denunciato dagli agenti del commissariato per truffa aggravata e sostituzione di persona. L’uomo da mesi si aggirava per la cittadina in provincia di Palermo vestito con un saio da monaco e si presentava ai corleonesi e ai preti del paese come Fra Giovanni Maria della Comunità dei Frati e Suore di Maria Regina della Pace.
“Carissimi fratelli e sorelle siciliane sono addolorato nel vedere la Casa del Padre Mio di Borgo Schirò, ridotta in un cumulo di macerie – si leggeva nell’appello del finto monaco – La mia intenzione e salvare quella chiesa che sta cadendo in distruzione a Borgo Schirò per farne un luogo di preghiera sacra e di ritiro spirituale per tutti i credenti. In questo momento sono solo a cercare di riportare quella struttura al suo antico splendore, ma se in tutti voi che leggete queste righe s’accende un po’ di quella fede donata dal Nostro Signore Gesù Cristo, di certo sarete in molti a venire in quel borgo ad aiutarmi nella mia impresa, che il Signore Gesù Cristo mi comanda di fare. Non abbandonatemi. Voi figli e figlie del Padre mio, aiutatemi e sarete ricompensati giustamente dal Signore Gesù per quello che farete, affinché nessuna casa di Dio resti sola ed abbandonata”. Alla fine dell’appello c’era anche un numero di telefono cellullare dove contattare il “frate” per le donazioni. “Il Signore sa da cosa sono stato spinto e per quale motivo sono andato in missione a Corleone per soli tre giorni e non per quindici come c’è scritto nell’avviso di garanzia”. Fra Giovanni Maria ribadisce la sua vocazione e dice di aver scritto al Papa per avere riconosciuto l’ordine che stava fondando: la Comunità dei Frati e Suore di Maria Regina della Pace. “Io non ho paura di loro. Ho già nominato un mio avvocato e in sede giudiziaria stabiliremo la verità. Il sindaco di Corleone – aggiunge Fra Maria – mi ha dato 20 euro, ma io in cambio le ho donato una corona del rosario. Avevo e ho intenzione di recuperare la chiesa del Borgo Schirò e avevo chiesto l’aiuto di tutti gli uomini di buona volontà”. “La mia è una conversione – dice – e la ricerca di una comunità che riscopra la povertà nella chiesa. Per questo sono ancora in giro. Ho tolto il saio in attesa del giudizio della magistratura e del Papa, non del Vaticano. Non mi riconosco nella chiesa cattolica romana. Ho tolto il saio perché ho fatto voto di obbedienza. Vedremo dopo il processo se mi sarà consentito di professare ancora la parola di Gesù. Pace e bene”.

lasiciliaweb.it

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