Ciapigate. Respinta l’istanza di scarcerazione per Francesco Riggio

Niente arresti domiciliari per Francesco Riggio, l’istanza presentata dai legali dell’ex presidente del Ciapi di Palermo è stata respinta prima dal gip Luigi Petrucci e poi da Cesare Vincenti. Gli avvocati di Riggio Antonino e Salvatore Mormino, adesso si rivolgeranno al Tribunale del Riesame convinti che il loro assistito meriti miglior sorte proprio alla luce della richiesta di immediato avanzata dalla Procura. Francesco Riggio è stato arrestato il 19 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta Mala Gestio -Grandi Eventi, che ha portato in carcere 17 persone mentre 43 sono gli indagati. L’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura si è concentrata sul Ciapi, uno dei più grossi enti di formazione, e sui Grandi Eventi organizzati dalla Regione siciliana. Francesco Riggio nega ogni coinvolgimento e si difende dall’accusa di essere una delle menti dell’associazione a delinquere che avrebbe fatto affari sporchi sfruttando le risorse comunitarie affidate all’ente di formazione. “Se mi fossi accorto di quello che stava succedendo -ha detto ai giudici- sarei stato io stesso a denunciarlo”, ma non li ha convinti. Secondo il gip Petrucci, il primo a respingere la scarcerazione di Riggio, “ove anche fosse posto agli arresti domiciliari, cercherebbe di influenzare tutti i soggetti (indagati e non), potendo contare su una rete di conoscenze di primo livello essendo stato per vari lustri un uomo di fiducia dei vari presidenti della Regione che si sono succeduti”. Nella misura cautelare che lo ha raggiunto, tra gli altri, assieme al manager della Pubblicità, Faustino Giacchetto (sono gli unici due ancora in carcere), è ampio il capitolo dedicato alle presunte connivenze con burocrati e politici (fra deputati ed ex assessori). Per i legali di Francesco Riggio il pericolo di inquinamento probatorio delle prove raccolte dalla Guardia di Finanza non regge e quindi il loro assistito va scarcerato. La parola adesso passa al Tribunale del Riesame

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