Antenne di telefonia mobile, “Cambiamo Partinico” chiede controlli

Il gruppo consiliare “Cambiamo Partinico”, su sollecitazione di diversi cittadini, ha avviato un’ operazione di approfondimento in merito alle antenne di telefonia mobile installate nel territorio comunale. Gli esponenti di opposizione hanno già scritto agli uffici comunali e all’ARPA per conoscere i risultanti delle misurazioni (se esistono) sui campi elettromagnetici, successive all’attivazione degli impianti,
Le leggi nazionali (il Decreto Gasparri in primis) dichiarano tali impianti di interesse nazionale, limitando i poteri dei Comuni, ma fissano al contempo dei limiti di esposizione e dei valori di attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettromagnetici.
“Da una nota dell’Arpa inviata al Comune di Partinico per autorizzare l’impianto di telefonia in viale Aldo Moro – dichiarano i componenti del gruppo consiliare Gianluca Ricupati e Valentina Speciale – si evince che in alcuni punti del paese si sono registrati valori superiori al valore di attenzione e che sarebbe stato necessario verificare i livelli di campo elettromagnetico. Eppure a questa allarmante informazione, datata dicembre 2011, non segue da parte del Comune nessuna azione mirata alla verifica dell’esistenza di rischi per la salute e la qualità della vita.
Il livello di disinteresse dell’Amministrazione Lo Biundo su questi preoccupati fenomeni di elettrosmog ci turba profondamente- dichiarano gli esponenti di opposizione.
Per far questo non si deve negare lo sviluppo e il progresso del territorio che ci vede tutti ad avere sempre più a che fare con cellulari di ultimissima generazione.”
Per “Cambiamo Partinico”, l’amministrazione “dovrebbe chiedere all’Arpa di effettuare una mappatura della situazione attuale e successivamente controlli periodici (con l’installazione di apposite centraline). Aprire un tavolo di trattativa con le compagnie telefoniche interessate all’installazione di nuovi impianti sul nostro territorio affinché si individuino delle zone idonee e meno centrali del paese, limitando e minimizzando l’esposizione a fonti di elettromagnetismo, secondo quanto auspicato dall’Unione Europea, dalla Organizzazione mondiale della Sanità, dall’Arpa e, infine, dall’Agenzia Onu che ha classificato il fenomeno come “probabilmente cancerogeno”.
Per gli esponenti di opposizione infine, è necessario verificare se vi siano evidenti aumenti di patologie tumorali.

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