San Giuseppe Jato e Montelepre si riconciliano idealmente

Nel giorno in cui, 63 anni fa, venne “ufficialmente” ucciso, Salvatore Giuliano, il fuorilegge di Montelepre che finì sulle cronache internazionali per la storia del banditismo, il Comune di San Giuseppe Jato ha dedicato la rassegna più “libri e più liberi” al ricordo delle vittime della strage del primo maggio 1947 a Portella della Ginestra. Una storia tragica che ha segnato col sangue e la violenza la comunità jatina, ma sulla cui matrice incombono corposi dubbi. Attraverso la presentazione del libro di Salvatore Badalamenti, Montelepre,, il dopo guerra e i misteri di Giuliano, edito da La Zisa, è stato affrontato uno dei nodi storici del dopoguerra nel territorio. L’idea della giunta Licari è stata quella di rovesciare l’immagine del Re di Montelepre, ricordato come un leggendario Robin Hood. Chiaramente, si tratta di una delle tante chiavi di lettura sui fatti accaduti 63 anni fa a Portella della Ginestra, dove, in realtà, anche se la verità non dovesse venire fuori con la desecretazione degli atti prevista nel 2016, è stata consumata la prima strage di Stato. L’iniziativa si è conclusa con la consegna della riproduzione del monumento dei caduti di Portella della Ginestra ai volontari dell’associazione monteleprina Volta la Carta che intendono chiedere alla prossima amministrazione civica del proprio comune, l’intitolazione di una strada alle vittime della strage di Portella della Ginestra. Un gesto simbolico per riconciliare idealmente le due comunità, unite nella stessa tragedia e divise soltanto da fatto che San Giuseppe Jato viene ricordata per le vittime, l’altra per i carnefici. I PARTICOLARI NEL TG DI OGGI

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