Palermo. Induzione alla prostituzione, convalidato l’arresto di Don Nuvola

Il gip di Palermo Agostino Gristina ha convalidato il fermo di don Aldo Nuvola, il sacerdote finito in manette due giorni fa per induzione alla prostituzione minorile. I pm Geri Ferrara e Diana Russo stanno cercando di ricostruire se il prete abbia avuto un ruolo nell’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso a coltellate ad aprile. Per il delitto è stato fermato un diciassettenne che ha raccontato agli investigatori di avere confessato quanto aveva fatto a Padre Aldo. Gli inquirenti sospettano che il ragazzino, che gravitava nel mondo della prostituzione gay, avesse una relazione con don Nuvola e che questi possa averlo aiutato nelle fasi successive all’aggressione. Durante l’interrogatorio il prete ha ammesso di conoscere il 17enne fermato per l’omicidio Pandolfo ma di non ricordare che questi gli abbia telefonato dopo il delitto e ha comunque smentito il ragazzo che aveva raccontato ai pm di avere confessato l’assassinio al sacerdote. Ha detto di avere discusso del delitto con altri  ragazzi, ma solo come commento a un fatto di cronaca. Don Nuvola ha anche ammesso di avere avuto qualche rapporto sessuale a pagamento perché si sentiva solo, ma ha negato di essere a conoscenza che i suoi partner fossero minorenni. Anzi avrebbe aggiunto che sarebbero stati i ragazzi a circuirlo, lui voleva solo vedere fino a che punto si sarebbero  spinti, per questo dava loro corda, oltre a volerli aiutare  avendo problemi economici. «Ho sbagliato – ha detto il prete agli inquirenti – me ne  sarei dovuto andare da Palermo dopo la prima inchiesta. Dovevo  ascoltare chi mi aveva detto di andare fuori. Dopo quello che è  successo mi sentivo solo e andavo in giro di notte per avere un  pò di compagnia, un pò d’affetto».  Don Aldo Nuvola era stato già condannato ad un anno e mezzo, pena sospesa, per avere offerto soldi a un diciassettenne in cambio di una prestazione sessuale. Nonostante ciò però il prete non è mai stato sospeso a divinis, non aveva più assegnata una parrocchia, ma diceva messa in giro per la città. E’ stato il parroco della Chiesa Regina Pacis ed insegnante di religione al Liceo Umberto I e al Vittorio Emanuele di Palermo. La Curia non si è ancora pronunciata sulla scabrosa vicenda ma un uomo della chiesa palermitana racconta che tutti all’interno del palazzo Arcivescovile sapevano la vita che conduceva Don Aldo Nuvola. E durante l’interrogatorio in Procura i pm avrebbero chiesto al parroco la spiegazione di una conversazione con un prete perugino, tale padre Vincenzo, responsabile di una comunità dove trovano ospitalità alcuni sacerdoti e dove anche don Nuvola aveva per un momento pensato di trasferirsi. Al telefono avrebbe parlato di uomini di chiesa che avrebbero dovuto temere, a suo dire, un eventuale, e probabilmente prossimo, intervento del Vaticano. Alti prelati che rischiavano di “saltare” dopo avere fatto “carriera” nonostante gli errori commessi in passato. Davanti ai pm il sacerdote, difeso dagli avvocati Marcello Montalbano e Mario Zito si è pentito di avere pronunciato quelle frasi, il cui significato oggi sminuisce, definendole frutto della sua fantasia. La vicenda è delicata e tutta da verificare, perciò c’è il massimo riserbo

fonte: agenzie di stampa

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