Palermo. Don Aldo Nuvola sospeso a divinis

Don Aldo Nuvola è stato sospeso a divinis: lo rende noto l’Arcidiocesi di Palermo commentando il caso del sacerdote fermato dai carabinieri con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile. Il provvedimento è stato preso – spiega la nota – “tenuto conto del fatto che il prete non ha ottemperato a quanto disposto – anche per motivi legati, a suo dire, alle condizioni di salute e alla necessità di sottoporsi a un trattamento chirurgico – e in considerazione degli sviluppi delle attuali indagini che hanno evidenziato la reiterazione del reato”. “Don Aldo Nuvola – si legge nella nota – era stato invitato a presentare le dimissioni dalla carica di insegnante di religione il 4 ottobre 2008 non appena avuta notizia della denuncia per atti osceni in luogo pubblico e a dimettersi da parroco della parrocchia Regina Pacis nel dicembre 2008, allorquando si era avuta la notizia di un procedimento nei suoi riguardi per molestia nei confronti di un giovane di 17 anni”. “Inoltre – continua la nota- gli era stato intimato di soggiornare presso la Casa ‘Il Cenacolo’ dei Padri Venturini a Barcellona Pozzo di Gotto per un periodo di riflessione e di accompagnamento spirituale e psicologico. Successivamente è stato stabilito che seguisse un percorso organico e ben strutturato della durata di almeno due anni, che mirasse al consolidamento della maturità umana, affettiva e sacerdotale presso una struttura protetta”. L’Arcidiocesi fa sapere che “nei confronti del sacerdote è già da tempo in corso la procedura canonica per la definizione del caso, non escludendo la dimissione dallo stato clericale e la dispensa dagli obblighi del celibato”. “La comunità diocesana, rimanendo ferita e sgomenta riguardo alle notizie riportate dai mezzi di comunicazione che svelano certamente una personalità fortemente disturbata del sacerdote – conclude la nota dell’Arcidiocesi- esprime in pari tempo vicinanza e solidarietà nei confronti delle vittime di inqualificabili forme di abuso e a quanti hanno sofferto e soffrono per tali incresciosi fatti”.

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