Opere pubbliche bloccate, a rischio 982 milioni di euro
Quasi un miliardo di euro a rischio. A tanto ammonta il valore delle opere pubbliche bloccate in Sicilia a causa della burocrazie e della mala politica. Si tratta di strade, ferrovie, porti, fognature e impianti idrici. La denuncia arriva dall’Ance, l’associazione dei costruttori siciliani che lancia l’ultimatum alla Regione: “in assenza di iniziative concrete le nostre imprese andranno all’estero”. Nel mirino ci sono soprautto 118 lavori fermi per un valore di oltre 5 miliardi, ma la parte a rischio riguarda in particolare 94 progetti per 982 milioni finanziati dal Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica. Tra le opere incompiute, spuntano anche la realizzazione del sistema fognario di Scopello a Castellammare del Golfo, l’adeguamento degli impianti di depurazione a Terrasini e Trappeto, il completamento del collettore fognario a Carini e Cinisi. Il tutto per diversi milioni di euro. Se le somme non saranno utilizzatee entro l’anno si rischia il disimpegno dei fondi. L’Ance Sicilia si riunirà martedì prossimo a Palermo per esaminare la situazione e per sollecitare la Regione ad intervenire. L’assessore alle infrastrutture Nino Bartolotta condivide le preoccupazioni: “abbiamo attivato un tavolo per rivisitare il settore degli appalti e stiamo accelerando per tanti progetti importanti. Stiamo anche avviando la ricognizione dei progetti non ancora finanziati e bloccati in assessorato”, Bisogna però fare i conti con i limiti stringenti del patto di stabilità: “chiederemo al governo nazionale – dice Bartolotta– di innalzare i vincoli”.