Operazione Screen, sequestrati 8 milioni di titoli di credito a due imprenditori palermitani
8 milioni di euro di titoli di credito sono stati sequestrati a due imprenditori palermitani che operano nel trasporto marittimo di merci, Alfredo e Giovanni Barbaro, già iscritti nel registro degli indagati il 13 marzo dello scorso anno. L’operazione, condotta dalla guardia di finanza del capoluogo siciliano, è stata eseguita anche a Roma e Milano e ha fatto luce su un sistema di triangolazione che ipotizza anche i reati del riciclaggio, dell’appropriazione indebita e dell’intestazione fittizia di beni. Il provvedimento, scaturito nell’ambito dell’operazione “Screen”, è stato emesso dalla Pm di Palermo Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara e convalidato dal Gip. L’attività delle Fiamme gialle ha preso il via dalle indagini svolte dal Fiod olandese, unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche, nei confronti di un’organizzazione (capeggiata da due imprenditori dei paesi bassi) che operava tra le due nazioni e con interessi ramificati in diversi stati, tra cui le Isole Vergini Britanniche, Bahamas, Svizzera e Principato di Monaco. I due olandesi emettevano fatture per operazioni inesistenti, con la complicità di società con sedi nei paradisi fiscali, per permettere la fuoriuscita di capitali dai paesi dove erano ubicate le società destinatarie delle fatture. Proprio per i suoi risvolti transnazionali, l’inchiesta è coordinata da Eurojust (European Union’s Judicial Cooperation Unit), organo dell’Unione Europea con sede all’Aia. Fra i destinatari della fatture false, sono emerse due aziende palermitane (per importi di circa 12 milioni di euro) che avrebbero costituito all’estero riserve finanziarie occulte per 14 milioni, trasferiti su un conto corrente in una banca del Principato di Monaco, formalmente intestato a una società off-shore con sede nelle Bahamas. Le false fatture erano state emesse in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi: figuravano una falsa intermediazione da parte di una società olandese, una simulata joint-venture e un appalto per la costruzione di 12 navi nei cantieri di una società coreana. I reati contestati ai responsabili delle società olandesi e palermitane vanno dalla appropriazione indebita, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, nonché all’emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.