Operazione Crimiso, chieste le condanne per la mafia alcamese
I pubblici ministeri Carlo Marzella e Laura Vaccaro hanno chiesto la condanna di dieci persone tratte in arresto un anno fa nell’ambito dell’operazione antimafia Crimiso che ha smantellato il mandamento di Alcamo, Castellammare e Calatafimi Segesta. La pena più pesante, undici anni ed otto mesi di reclusione, è stata chiesta per Antonino Bonura, imprenditore di 50 anni, ritenuto il nuovo reggente della mafia alcamese. Altri nove imputati hanno ricevuto pene inferiori: per Antonino Bosco, Michele Sottile e Vincenzo Campo, dieci anni di reclusione ciascuno; Sebastiano Bussa, Rosario Leo e Giuseppe Sanfilippo, otto anni; Nicolò Pidone, sei anni; Vincenzo Bosco e Salvatore Mercadante, quattro anni. Tutti, tranne Vincenzo Bosco, accusato di tentata estorsione, sono chiamati a rispondere di associazione mafiosa.
Tutti sono accusati infatti di fare parte di Cosa Nostra e di gestire gli affari del mandamento di Alcamo, storicamente composto anche dalle famiglie di Castellammare del Golfo e Calatafimi, e di avere acquisito in modo diretto e indiretto, la gestione e il controllo delle attività economiche, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici. L’operazione che si è conclusa con gli arresti del gennaio 2012 aveva permesso di smantellare la rete del pizzo nella zona.
Il processo proseguirà il prossimo 18 settembre con gli interventi dei rappresentanti delle parti civili. Gli imputati hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato e beneficeranno in caso di condanna della riduzione di un terzo della pena.