Mafia, sequestrati beni per 40 milioni di euro
Beni per oltre 40 milioni di euro, riconducibili alla mafia, sono stati sequestrati dagli uomini del Nucleo Investigativo di Palermo coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione arriva dopo i 26 fermi eseguiti lo scorso 3 luglio nei confronti di capi e gregari del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, di affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo, nonché di camorristi. Tra i beni finiti nel mirino degli investigatori, anche l’azienda di macellazione e vendita di carne all’ingrosso, “Ovinsicula”, nel cui patrimonio aziendale, rientrano, a Palermo, gli uffici amministrativi di Via Gallo, una unità operativa in via Stazzone, un immobile a San Gavino Monreale, in Sardegna e una seconda unità operativa a Mezzojuso, dove insiste un grande allevamento di ovini, suini e bovini con relativo impianto di macellazione e confezionamento, del valore di circa 30 milioni di euro. L’azienda è riconducibile ad Antonino Ciresi, arrestato lo scorso mese aprile perchè ritenuto responsabile dell’estorsione perpetrata ai danni dello chef Natale Giunta. Ciresi, peraltro, è stato denunciato nell’ambito dell’operazione Alexander in quanto considerato reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Seppur fittiziamente intestata a terze persone, è stato lo stesso boss, nel corso dei suoi colloqui in carcere con i familiari, a svelare il fatto che proprio lui ne fosse il reale proprietario. Sequestrati, nel capoluogo siciliano, anche il pub Day Just di via Nino Bixio, un gommone modello Led 33, un’imbarcazione modello Saver 330 sport, una Mini cooper Country man e un acquascooter. Beni, questi ultimi, appartenenti ad Antonino Seranella, braccio destro di Alessandro D’Ambrogio, formalmente dipendente della Sicil Trinacria Onlus, società fornitrice di servizi partecipata della Regione Siciliana, ma di fatto nullafacente. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, inoltre, hanno messo i sigilli anche alla società denominata Trioil S.r.l, con sede amministrativa a Trani in Puglia, la cui unità operativa comprende un distributore di carburanti, un bar ed un autolavaggio nel comune di Martinsicuro, in Abruzzo. Beni considerati che Vincenzo Ferro, Pietro Tagliavia, Francesco Scimone e Giovanni Alessi avrebbero acquisito con i proventi derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti. Infine sono stati sequestrati oltre 200 mila euro tra denaro contante ed assegni. L’inchiesta è coordinata dai procuratori aggiunti Leonardo Agueci, Maria Teresa Principato, Caterina Malagoli, Francesca Mazzocco e Sergio Barbiera.