Torretta. Assolto dall’accusa di estorsione Angelo Antonino Pipitone

Non tentò di estorcere denaro ad un imprenditore, il Tribunale assolve il presunto boss di Torretta Angelo Antonio Pipitone. La quinta sezione del Tribunale ha così accolto la tesi difensiva dei legali di Pipitone, gli avvocati Manuele Ciappi ed Annalisa Maria Vullo. Il processo a carico dell’imputato era scaturito da una denuncia presentata da Michele Ragusa che aveva accusato Pipitone di estorsione su alcuni terreni a Piano Dell’Occhio, sui quali è stato costruito un autodromo. Il terreno di Torretta era della società edile Mbr srl, amministrata da Michele Ragusa, titolare di licenze per la gestione di piste per corse su go-kart, l’imprenditore era entrato in contrasto con i proprietari dei terreni vicini, le questioni riguardavano la possibilità di costruire il kartodromo, con interessi economici di grande rilievo. Contemporaneamente erano cominciati i danneggiamenti ai mezzi che stavano lavorando alla costruzione della pista. Il responsabile della ditta che stava realizzando le opere è Giuseppe Di Maggio, figlio di Lorenzino Di Maggio già processato per mafia, che all’epoca avrebbe consigliato a Ragusa di parlare con Angelo Antonino Pipitone. L’incontro avvenne in un bar di Carini e in quell’occasione secondo la testimonianza resa dall’imprenditore, il presunto boss avrebbe chiesto di non andare contro gli interessi dei vicini di terreno ed un contributo per i carcerati. Ma la difesa ha escluso che vi sia stata la richiesta di denaro e gli elementi a sostegno dell’accusa sono stati ritenuti labili e incerti, da qui l’assoluzione per Angelo Antonino Pipitone. Nel processo si erano costituite parte civile le associazioni antiracket Libero Futuro ed Addiopizzo, alle quali Michele Ragusa è iscritto

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