Province verso la chiusura, servizi a rischio
A poche ore dalla chiusura definitiva, le province siciliane si ritrovano senza soldi. A rischio ci sono le spese obbligatorie pari a circa 80 milioni, ovvero quelle per scuole, strade, servizi sociali e stipendi dei dipendenti. Fondi che non sono più arrivati dallo Stato e dalla Regione. “Anziché assegnare le risorse come negli anni scorsi, la manovra finanziaria regionale non ha trasferito neppure un euro, anzi ci ha tolto anche alcuni fondi che ci sarebbero arrivati dal governo nazionale. Ma finché esistono, le province devono garantire i servizi”, spiega il presidente dell’Unione delle province siciliane e presidente uscente della provincia di Palermo Giovanni Avanti.
Intanto ieri l’ultima seduta del consiglio provinciale si è conclusa polemicamente con le dichiarazioni di Gaetano Lapunzina del Pd: “Si pone a metà tra il ridicolo e il grottesco la modifica statutaria approvata il 21 maggio dall’Assemblea dell’Unione Regionale Province Siciliane che ha introdotto una disposizione transitoria, l’articolo 21, con la quale gli attuali Organi dell’Associazione, vale a dire il Presidente Avanti oltre al Comitato Esecutivo e alla medesima Assemblea, rimarranno in carica, sia pure a titolo gratuito, sino all’approvazione della riforma degli Enti intermedi, malgrado il loro imminente commissariamento. Vale a dire – sostiene Lapunzina – che, dalla prossima settimana, i Presidenti “scadenti”, sedendo ai vertici dell’Associazione, potranno continuare a parlare a nome delle nove Province siciliane. E’ un po’ come farsi la copia delle chiavi di una casa dalla quale si è stati sfrattati”.
Mentre la provincia di Palermo chiude, rimangono irrisolti tanti problemi che erano di competenza di Palazzo Comitini. Come per esempio, la sistemazione della Strada provinciale 1 che collega Montelepre al capoluogo. Da agosto del 2011, l’arteria è ufficialmente chiusa al transito nel tratto compreso tra i chilometri 7 e 10, dopo un incendio che aveva compromesso la stabilità del costone roccioso. Dopo vari incontri e tavoli tecnici, a gennaio di quest’anno la provincia aveva annunciato il finanziamento per la realizzazione delle barriere paramassi. Lavori che non sono ancora iniziati. L’arteria anche se ufficialmente chiusa, continua ad essere percorribile, nonostante il rischio di caduta massi.