Isola delle Femmine, ex sindaco Portobello e sua maggioranza “incandidabili”
Un altro duro colpo è stato inferto all’ex sindaco di Isola delle Femmine Gaspare Portobello, alla sua giunta e alla sua maggioranza consiliare. La prima sezione civile del Tribunale di Palermo presieduta dal Giudice Leonardo Guarnotta, in seduta collegiale, ha deciso l’incandidabilità degli ex amministratori del comune, sciolto per mafia dal Consiglio dei Ministri, il 9 novembre dello scorso anno. Analoga decisione è stata presa per i componenti del gruppo che costituiva la sua maggioranza nell’assemblea civica. Estromessi, invece, dal provvedimento giudiziario, i rappresentanti della minoranza, coordinati dall’ex sindaco Stefano Bologna che potranno riproporsi alle prossime amministrative in programma nel 2014. La sentenza è il frutto di un procedimento scaturito in seguito all’iter di scioglimento avviato dall’allora Ministero dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Per mesi, gli ispettori inviati dalla Prefettura di Palermo, passarono a setaccio delibere e atti di giunta e consiglio dopo che nell’agosto del 2009, i consiglieri di opposizione, si appellarono al codice etico contro la mafia, approvato tre anni prima, per chiedere le dimissioni dell’assessore Marcello Cutino e la revoca dell’incarico di consulente al geometra Giovanni Impastato, gettando ombre su loro parentele e incarichi discutibili che potevano influenzare l’attività politico-amministrativo dell’ente locale. All’indomani dell’accesso ispettivo, la minoranza consiliare, oggi dichiarata candidabile, si dimise in toto, mentre l’ex sindaco Portobello e la sua maggioranza rimasero in carica fino alla decisione del Consiglio dei Ministri a cui fa seguito la sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Palermo che ha deciso l’incandidabilità dello stesso ex primo cittadino e di quanti lo rappresentavano in giunta e in Consiglio Comunale. Sentenza a cui Portobello e i suoi sostenitori intendono appellarsi con apposito ricorso poiché da sempre respingono ogni addebito e a questo punto, per loro, è indispensabile difendere la propria immagine che oggi viene ulteriormente compromessa.