Inchiesta “Mala Gestio”. Proseguono gli interrogatori tra negazioni e ammissioni
Si prevedono nuovi e sorprendenti sviluppi nell’ambito dell’inchiesta contro la corruzione condotta dalla Guardia di finanza di Palermo, sfociata nell’arresto di 17 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione, ed al coinvolgimento di diversi politici regionali. L’indagine sarebbe solo all’inizio e secondo alcuni potrebbe addirittura portare a disvelare una grande tangentopoli siciliana. La Procura di Palermo avrebbe puntato i riflettori su altri appalti gestiti da Fausto Giacchetto, che interrogato dai magistrati si sarebbe difeso negando ogni colpa. Secondo l’accusa la mente del comitato d’affari si sarebbe appropriato di di 15 milioni destinati all’ente di formazione Ciapi e avrebbe pilotato diverse gare d’appalto per la gestione della comunicazione dei grandi eventi siciliani, ma Giacchetto sostiene che 11 dei 15 milioni dati al Ciapi sarebbero stati destinati all’assunzione di oltre 200 persone incaricate di collocare nel mondo del lavoro 1500 giovani, in realtà mai assunti. Il manager ha poi respinto le accuse di corruzione e turbativa d’asta. I magistrati hanno interrogato anche l’imprenditore Pietro Messina uno dei più stretti collaboratori del re della pubblicità arrestato mercoledì,che ha ammesso davanti al gip Luigi Petrucci di aver firmato una montagna di false fatturazioni per conto di Fausto Giacchetto. Quelle fatture, già individuate dal nucleo di polizia tributaria della Finanza, erano lo strumento più efficace per fare scomparire fiumi di soldi pubblici. Ma Giacchetto ha negato anche questo dichiarando “Mai pagato mazzette”. L’imprenditore Luigi Murato avrebbe invece sostenuto di avere regolarmente fatturato i servizi resi al Ciapi. Durante l’interrogatorio, Giacchetto ha più volte difeso la moglie, Concetta Argento, e la segretaria Stefania Scaduto. Sentiti pure gli altri politici coinvolti nell’ambito dell’inchiesta “Mala Gestio”. Ha risposto Gaspare Lo Nigro, ex direttore dell’Agenzia per l’impiego e oggi in pensione che si è presentato con il suo legale, l’avvocato Marcello Montalbano. Lo Nigro ha confermato la vecchia amicizia che lo lega a Giacchetto e ai suoi familiari. Amicizia che sarebbe alla base della scelta di Giacchetto di finanziare la pubblicazione di un volume su uno storico palazzo le Comune di Altofonte a firma dell’ex burocrate regionale. Il pubblicitario sborsò circa 70 mila euro. Non si tratterebbe, a detta di Lo Nigro, del prezzo pagato per la sua corruzione, visto che i suoi atti amministrativi sarebbero stati sempre regolari. Si è avvalso della facoltà di non rispondere invece l’esponente del Pid Domenico Di Carlo. Gli interrogatori proseguono oggi. Domani, il gip andrà a Roma, per interrogare il presidente del Ciapi Francesco Riggio.