Bufera giudiziaria sulla Regione, 17 arresti, 43 indagati
Sulla politica siciliana si abbatte l’ennesima violenta bufera giudiziaria. Diciassette arresti sono stati effettuati stamani dalle fiamme gialle per finanziamento illecito ai partiti e a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, truffa e false fatturazioni, nell’ambito di un’inchiesta sul Ciapi, uno dei più grandi enti di formazione siciliani, condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Alessandro Picchi e Sergio Demontis. 43, in tutto, gli indagati, svariate società e milioni di euro sequestrati. La guardia di finanza ha scoperto un comitato d’affari che per anni, anche attraverso la corruzione di politici e dirigenti pubblici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ha pilotato gli appalti dei grandi eventi in Sicilia. In cella sono finiti Faustino Giacchetto, pubblicitario, Stefania Scaduto (dipendente del Ciapi, ma indicata come segretaria di Giacchetto), Francesco Riggio (noto avvocato penalista e presidente del Ciapi), Luigi Gentile (ex assessore regionale e rappresentante della Regione siciliana nel Comitato tecnico scientifico del progetto Co.Or.Ap), Domenico Di Carlo (responsabile, per conto del Consorzio Asi di Palermo, del progetto In.La Sicilia), Gianmaria Sparma (ex assessore e dirigente generale del dipartimento degli Interventi per la Pesca della Regione siciliana), Pietro Messina (legale rappresentante della Effemmerre Group 007 srl e della Effemmerre Team srl, nonché titolare della Strategie di Comunicazione di Messina Pietro), Concetta Argento (moglie di Giacchetto), Gaspare Lo Nigro (ex dirigente generale dell’Agenzia regionale per l’Impiego e la Formazione professionale). Ai domiciliari, invece Sandro Compagno (capo area amministrativa del Ciapi), Carmelo Bellissimo (responsabile acquisti Ciapi) e Massimiliano Sala (titolare della ditta Filmax di Sala Massimiliano), Elio Carreca (dirigente del Servizio 6 – Manifestazioni ed Eventi dell’assessorato regionale al Turismo) e Bruno De Vita (vicario del capo di Gabinetto dell’assessore regionale del Turismo della Regione siciliana). Le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza smascherano un sistema di tangenti che ruoterebbe attorno al projet manager Faustino Giacchetto e ad una raffica di società a lui riconducibili. Considerato uno dei massimi esperti nell’intercettare i fondi europei riservati ai piani per la comunicazione, negli anni avrebbe fatto affari d’oro. Le due indagini della Procura, si sono concentrate sul Ciapi, uno dei più grossi enti di formazione, e sui Grandi Eventi organizzati dalla Regione siciliana. “Giacchetto ha creato un vero e proprio sistema criminale, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luigi Petrucci. E così da semplice collaboratore del Ciapi, ne sarebbe diventato il deus ex machina. Riuscendo ad allungare le mani sull’attività dell’assessorato regionale al Lavoro e alla Formazione professionale, e dell’Agenzia regionale per l’impiego. Del “sistema Gioacchetto” avrebbero fatto parte il presidente del Ciapi, l’avvocato Francesco Riggio, e Gaspare Lo Nigro, direttore, oggi in pensione, dell’Agenzia per l’impiego. E poi ci sarebbero i politici con cui “si programmavano e si studiavano le strategie di sistema”, tra cui gli ex assessori regionali Gianmaria Sparma e Luigi Gentile. In cambio della compiacenza nei confronti di Giacchetto avrebbero ottenuto concessioni in uso gratuito di appartamenti, viaggi, sponsorizzazioni e corposi contributi per le campagne elettorali. E persino escort e biglietti gratis allo stadio per assistere alle partite del Palermo. Rinaldo Sagramola, ex amministratore delegato della società rosanero, è indagato per truffa. La sua vicenda è legata all’emissione di due fatture al Ciapi per degli spazi pubblicitari mai resi. Il terremoto investe anche l’assessorato regionale al Turismo. Il sistema Giacchetto si sarebbe esteso anche agli Eventi culturali e sportivi organizzati in terra di Sicilia. Bandi su misura e gare pilotate con la compiacenza dei funzionari regionali avrebbero consentito all’imprenditore di gestire a suo piacimento una serie di eventi. In manette sono così finiti, l’imprenditore Luciano Muratore e il dirigente del servizio Turistico di Taormina, Antonino Belcuore. Faustino Giacchetto controllava non solo i piani di comunicazione, finendo per detenere il monopolio della pubblicità, ma la gestione delle gare, dalla fase iniziali dei bandi a quella finale dell’esecuzione dei lavori. A tutti gli arrestati vengono sequestrati beni per un totale di 28 milioni di euro. L’indagine riguarda a vario titolo anche diversi uomini politici siciliani che sono indagati a piede libero, tra cui cinque ex assessori regionali al Lavoro e alla Formazione, tutti del centrodestra: Carmelo Incardona, che ha ricoperto l’incarico tra il maggio 2008 e il maggio 2009; Santi Formica (2006-2007), Francesco Scoma (2004-2006) e Nicola Leanza, che a capo degli uffici del Lavoro e della Formazione è stato per pochi mesi nel 2010 e oggi è capogruppo dell’Udc. La Guardia di finanza avrebbe denunciato anche l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio (Pdl), che deve rispondere di finanziamento illecito ai partiti; Gaspare Vitrano, ex deputato regionale del Pd, già sotto processo per concussione, per aver intascato mazzette riguardanti appalti del settore fotovoltaico. Compaiono nell’elenco anche Salvino Caputo, deputato del Pdl recentemente decaduto all’Ars e Gerlando Inzerillo, ex congliere comunale di Grande Sud e Nino Dina. NEL TG LE INTERVISTE A MESSINEO, SCREPANZI E AGUECI