Terrasini. Ragazzi morti a Cala Rossa, l’autopsia non risolve il giallo
Resta avvolta nel mistero la morte di Giuseppe Mignano e Francesca Inghilleri, i due giovani precipitati dalla scogliera di Terrasini il 3 settembre dello scorso anno.
L’autopsia condotta dal professore Paolo Procaccianti non chiarisce il giallo della loro fine. Nei loro corpi infatti non sono state trovate tracce di alcool o droghe e le ferite sono tutte compatibili con la caduta. L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Rita Fulantelli dunque prosegue. All’indomani della loro morte sono state formulate varie ipotesi. Ma oggi, l’esito dell’autopsia messo in relazione con la perizia consegnata a novembre da vigili del fuoco e geologi, sembra privilegiare l’ultima pista seguita. I periti infatti, allora scoprirono che una parte del costone era crollata, trascinandosi probabilmente Giuseppe e Francesca.
Le immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza del chiosco che si trova proprio sulla piazzetta, hanno escluso la presenza di altre persone. Dai tabulati telefonici non erano emersi inoltre contatti sospetti. I due, si erano conosciuti a Ferragosto, quando Francesca, reduce da una relazione dalla quale aveva avuto una bambina, iniziò a lavorare in un pub di Trappeto, di proprietà del fratello di Mignano. I due avrebbero iniziato a frequentarsi qualche giorno dopo, fino al fatale appuntamento a Cala Rossa. I sospetti si erano inizialmente concentrati sull’ex compagno della giovane, ma la pista non ha mai trovato grande consistenza.
Il pm aspetta adesso la consegna di una relazione da parte dei carabinieri di Carini per poter trarre le sue conclusioni.