Sigilli a 25 milioni di beni dell’imprenditore Salvatore Vetrano
Beni per un valore di oltre 25 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia a un imprenditore palermitano indicato come “vicino” a Cosa Nostra, Salvatore Vetrano, di 42 anni. Il provvedimento è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, su proposta del direttore della Direzione investigativa antimafia Arturo De Felice. Il sequestro riguarda aziende del settore alimentare dei surgelati, appartamenti e terreni, auto di grossa cilindrata, imbarcazioni ed un noto ristorante, tutti beni riconducibili all’imprenditore. Vetrano, secondo gli investigatori, sarebbe stato protagonista di una improvvisa scalata imprenditoriale “agevolata dalla vicinanza ad elementi di spicco di cosa nostra, tra cui il figlio del boss Totò Riina, Giuseppe Salvatore”. Secondo gli inquirenti l’imprenditore avrebbe svolto negli anni il ruolo di collettore di interessi mafiosi nel settore dei prodotti alimentari surgelati. Nel luglio del 1999, Salvatore Vetrano e suo padre Giacomo erano stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare perchè avevano occultato in una cella frigorifero della Veragel srl, un’azienda a loro riconducibile, il carico di pesce proveniente da una rapina ai danni di un autotrasportatore commessa da soggetti vicini alla famiglia di Corso Calatafimi. Nel febbraio 2002 l’imprenditore era stato arrestato per un’altra rapina relativa a un carico di pesce congelato. La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha accertato inoltre che Vetrano avrebbe acquisito un consistente patrimonio immobiliare e costituito numerose aziende, operanti nel settore del commercio di prodotti alimentari, beneficiando anche di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo Europeo per la pesca in Sicilia e sottraendo a tassazione ingenti ricavi imponibili. In particolare è stato lui stesso ad ammettere, durante un accertamento fiscale, di non avere dichiarato al fisco un milione e 300 mila euro, i ricavi della vendita del pesce agli ambulanti abusivi che lo rivendono in giro per la città. I suoi trascorsi giudiziari gli erano costati un avviso orale del questore che nel 2012 lo aveva invitato a cambiare stile di vita. Un avviso non rispettato, visto che l’anno scorso Vetrano è finito di nuovo in carcere per tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi. Sarebbe stato lui a fare fuoco contro Giuseppe Toia, titolare della concessionaria Isolauto, ferito gravemente a Isola delle Femmine. Toia da qualche tempo frequentava una ragazza, figlia del boss ergastolano Francesco Bruno ed ex di Vetrano. Tra i beni oggetto del provvedimento di sequestro figutrano aziende, tra cui la Veragel srl di Carini (PA); due veicoli di grossa cilindrata; due imbarcazioni da diporto di oltre 20 metri; 20 immobili, costituiti da appartamenti, magazzini e terreni; rapporti bancari ed assicurativi, nonchè il Ristorante «L’Orca», nella località balneare palermitana di Isola delle Femmine per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro.